domenica 24 febbraio 2013
Le dimissioni di Dio
Non è un caso che in Italia lo Stato e la Chiesa, la politica e la religione, siano contemporaneamente in crisi. Il motivo di fondo è lo stesso: la corruzione delle menti, la perdita del valore dell'integrità, il prevalere degli interessi privati sugli interessi pubblici. In sostanza tutto è riconducibile alla mancanza di consapevolezza che caratterizza, purtroppo, gran parte del nostro popolo e dei popoli occidentali. La differenza sta nel fatto che, mentre lo Stato italiano non fa la morale alla Chiesa, la Chiesa, piena com'è di pedofili, di gray, di spie, di partiti che si odiano e si fanno la guerra a vicenda, di ipocriti che non sanno che cosa sia l'etica, di faccendieri che coniugano religione e sete di denaro, e di banchieri che riciclano denari sporchi, vorrebbe anche fare la morale agli altri. Non ha nemmeno un minimo di vergogna, di autocoscienza. Ma qualcosa è trapelato, e il povero Papa ha capito che la Chiesa non è redimibile. Ecco perché il "vicario di Cristo" ha dato le dimissioni.
Dio è morto già da parecchio tempo. Ma non tutti lo hanno capito. I ritardatari della ragione sono ancora lì a venerare un Dio che non c'è perché non è mai nato. Ciò che è morto, dunque, è una vecchia idea di Dio, un'idea che è solo l'ultima espressione del paganesimo antico. Dio sentito come persona, come uomo, un Dio che s'incarna e poi muore e poi rinasce. Ecco perché questa idea se l'è data a gambe: non aveva più una ragione di esistere. Il Papa l'ha sentito. Ma i fedeli, i credenti, i creduloni sempre pronti a credere in qualche divinità, rimetteranno sul trono qualche altro Papa, che però sarà necessariamente uno ancora più rozzo, un uomo privo di qualsiasi consapevolezza.
Lasciamo stare l'adorazione degli dei, che non ha niente a che fare con l'autentica spiritualità. E lasciamo perdere le organizzazioni religiose che si vantano pomposamente di essere state volute da Dio. Come diceva il prelato e scrittore inglese L. Andrewes (1555-1626), "più si è vicini alla Chiesa, più si è lontani da Dio".
Tutti gli dei sono stati creati da noi, così come le Chiese: sono prodotti della mente umana. Ma molti italiani e altri popoli non l'hanno ancora capito; non hanno capito ciò che diceva Thomas Paine: "La mia mente è la mia chiesa".
Anche in Italia, c'è sempre stato qualcuno che ha compreso come stanno le cose. Prendiamo per esempio, per quanto riguarda lo sciagurato rapporto tra Stato e Chiesa, le parole di Machiavelli: "Abbiamo dunque con la Chiesa e con i preti noi italiani questo primo obbligo, d'essere diventati senza religione e cattivi; ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa nostra provincia divisa" (Discorso sopra la prima deca di Tito Livio.)
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