All'origine del tutto ci si avvicina meglio nel silenzio meditativo, che è più un'apertura, un lasciar andare tutti gli strumenti condizionati della conoscenza.
D'altra parte, le cose fondamentali dell'esistenza non sono comprensibili intellettualmente. Nessuna sa "dire" che cosa sia la vita, l'amore, l'angoscia o la morte. Sono esperienze che tutti facciamo ma che non possono essere comprese intellettualmente. Ecco perché è meglio lasciarla cadere, piuttosto che dare definizioni da catechismo infantile.
Nel silenzio della mente, possiamo ottenere, per quanto possibile, squarci di una verità superiore.
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