Qualcuno mette in contrapposizione l'amore per sé all'amore per gli altri. Niente di più sbagliato. Per esempio, la Bhradaranyaka Upanishad dice: "Non è per amore delle creature che esse ci sono care, ma per amore di sé (o del Sé)". Come mai? Sembra che l'amore "egoistico" sia in contrasto con l'amore "altruista". Ma non è così. L'amore per sé è il fondamento della possibilità di amare anche gli altri... quando per sé non ci riferiamo al piccolo ego, ma al Sé che è parte della Totalità, che è il Tutto. In realtà, il vero egoista ama un'immagine falsa di sé, un'immagine distorta. Non ama il Sé come Totalità, ma un ego ristretto e separato da tutto il resto. Quando Gesù dice: "Ama il prossimo tuo come te stesso" mette sullo stesso piano l'amare se stessi e l'amare gli altri, e identifica il Sé con Dio, ossia con il Tutto.
Il problema è che noi consideriamo il sé come un ego diviso e contrapposto. E innalziamo confini per delimitarlo. Ma l'essenza dell'amore non è un sentimento romantico, bensì la scoperta di un legame di unione, la scoperta che ognuno di noi non è un'isola separata. E' una questione di visuale. Provate a togliere l'acqua dal mare e scoprirete che anche le isole non sono affatto separate dai continenti. Tutto è unito.
Se manca questa scoperta, manca la possibilità d'amore. E allora si entra o si resta nel vero ego-centrismo. Tuttavia questa scoperta non è istintiva, e ha bisogno di un minimo di meditazione. L'isola non potrà mai capire che non è veramente isolata finché non alzerà lo sguardo al di là di sé, verso il verso Sé.
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