Ognuno crede di essere qualcuno che in realtà non è. Si tratta di un fenomeno di identificazione, per cui si forma il nostro ego. La nostra mente infatti ripete sempre certi schemi, certi meccanismi, che ci danno l'impressione di essere quell'io.
L'ego è costituito proprio da queste ricorrenti formazioni mentali, psicologiche ed emozionali.
Ma dietro questo ego ce n'è un altro che osserva e che è consapevole - il Testimone, l'io sono.
L'io sono, la consapevolezza, non si identifica più con l'ego condizionato e ripetitivo; e viene fuori quando si calma l'attività mentale ed emotiva.
Cartesio diceva: penso dunque sono. Noi diciamo: penso dunque sono qualcun altro. Io non sono tanto colui che pensa quanto colui che è consapevole di pensare. Pensare non è essere.
Se ci identificassimo solo con la mente che pensa non sapremmo neppure di essere. Colui che dice "io sono" non è l'ego empirico, ma il Testimone, la consapevolezza.
Dunque, questa meditazione di disidentificazione è la base per scoprire l'essere al di là della mente.
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