lunedì 30 maggio 2011

Risvegli

Non esiste solo il risveglio spirituale, in cui si aprono gli occhi sulla realtà scoprendo che siamo soli, che dovremo soffrire e gioire, che dovremo morire e che comunque abbiamo la stessa origine e lo stesso destino del Tutto; esistono anche risvegli in altri campi, come in quello sentimentale, lavorativo o politico: in quest'ultimo caso scopriamo per esempio che da troppi anni siano governati male, che la corruzione dilaga, che la povertà aumenta, che lo Stato sociale viene smantellato e che i politici cui avevamo dato fiducia ci hanno traditi. Anche questa è una forma di risveglio, un'apertura degli occhi.
E' ciò che sta avvenendo oggi in Italia.
Questo è chiaro: tutti diventeremo prima o poi illuminati, tutti diventeremo prima o poi dei Buddha, ma capire da subito le cose - anziché aspettare anni - è il dono che hanno pochi.
In tutti i campi è possibile svegliarsi e comprendere all'improvviso. Però non ci si sveglia per un caso fortunato. Ci si sveglia dopo un lavoro più o meno lungo, più o meno inconscio, della consapevolezza.

Risvegli

Non esiste solo il risveglio spirituale, in cui si aprono gli occhi sulla realtà scoprendo che siamo soli, che dovremo soffrire e gioire, che dovremo morire e che comunque abbiamo la stessa origine e lo stesso destino del Tutto; esistono anche risvegli in altri campi, come in quello sentimentale, lavorativo o politico: in quest'ultimo caso scopriamo per esempio che da troppi anni siano governati male, che la corruzione dilaga, che la povertà aumenta, che lo Stato sociale viene smantellato e che i politici cui avevamo dato fiducia ci hanno traditi. Anche questa è una forma di risveglio, un'apertura degli occhi.
E' ciò che sta avvenendo oggi in Italia.
Questo è chiaro: tutti diventeremo prima o poi illuminati, tutti diventeremo prima o poi dei Buddha, ma capire da subito le cose - anziché aspettare anni - è il dono che hanno pochi.
In tutti i campi è possibile svegliarsi e comprendere all'improvviso. Però non ci si sveglia per un caso fortunato. Ci si sveglia dopo un lavoro più o meno lungo, più o meno inconscio, della consapevolezza.

venerdì 27 maggio 2011

Pulizie interiori

A primavera facciamo le pulizie all'interno della casa per togliere lo sporco e il superfluo. Ma sarebbe il caso di lavarci anche la mente, ripulirla della polvere accumulatasi nel tempo, svuotare gli angoli più bui ed eliminare certe vecchie abitudini, certi modi di pensare o certi schemi reattivi. Questo è l'autolavaggio che si può fare con la meditazione, che è in tal senso l'ecologia della mente.
Ciò che invece va respinto fermamente è il lavaggio del cervello che ci viene fatto continuamente dalla pubblicità, commerciale e politica. Quanti neuroni del nostro cervello vengono impegnati e sprecati per immagazzinare dati che un esercito di condizionatori invia alla nostra mente.
Decondizioniamoci dunque smettendo di assorbire gli inviti a comprare questo o quel prodotto, questo o quel politico. Ripuliamoci la mente stando fermi a non pensare, a fare un po' di vuoto. E, poi, ripulita la mente, pensiamo con la nostra testa, in silenzio. Vedremo tutto molto più chiaro.

domenica 22 maggio 2011

La meditazione di disidentificazione

Ognuno crede di essere qualcuno che in realtà non è. Si tratta di un fenomeno di identificazione, per cui si forma il nostro ego. La nostra mente infatti ripete sempre certi schemi, certi meccanismi, che ci danno l'impressione di essere quell'io.
L'ego è costituito proprio da queste ricorrenti formazioni mentali, psicologiche ed emozionali.
Ma dietro questo ego ce n'è un altro che osserva e che è consapevole - il Testimone, l'io sono.
L'io sono, la consapevolezza, non si identifica più con l'ego condizionato e ripetitivo; e viene fuori quando si calma l'attività mentale ed emotiva.
Cartesio diceva: penso dunque sono. Noi diciamo: penso dunque sono qualcun altro. Io non sono tanto colui che pensa quanto colui che è consapevole di pensare. Pensare non è essere.
Se ci identificassimo solo con la mente che pensa non sapremmo neppure di essere. Colui che dice "io sono" non è l'ego empirico, ma il Testimone, la consapevolezza.
Dunque, questa meditazione di disidentificazione è la base per scoprire l'essere al di là della mente.

venerdì 20 maggio 2011

Altruismo ed egoismo

Fare del bene fa bene... Già Aristotele aveva affermato che la virtù è premio a se stessa perché ci rende felici. Oggi la scienza ha scoperto che quando siamo altruisti attiviamo aree del cervello che rilasciano dopamina, procurando benessere.
L'altruismo normale rientra dunque nell'egoismo.
Solo quando si diventa consapevoli di questo intero meccanismo, si può parlare di vero altruismo.
Non c'è vero altruismo senza consapevolezza. Lo sapranno i ricchi che fanno beneficenza?
Senza consapevolezza non si esce dai condizionamenti animali.

giovedì 19 maggio 2011

Luce contro tenebre

L'uomo è un animale malato, diceva Nietzsche; e noi aggiungiamo: malato di mente. Pensiamo che solo in Europa abbiamo combattutto gli uni contro gli altri per secoli e che solo nel Novecento abbiamo scatenato due guerre mondiali. Nella prima milioni di uomini sono morti per spostare un trincea di qualche metro. Nella seconda abbiamo assistito all'esplosione del nazismo, del fascismo, del razzismo e del comunismo, anche qui con milioni di vittime. E che cosa è successo poco tempo fa nella ex Jugoslavia? Una follia.
Descritto dall'esterno l'uomo appare dominato da una malattia mentale che lo porta a uccidere chi si comporta o semplicemente chi la pensa diversamente. Una specie di sindrome paranoica che proietta nell'altro il suo nemico "mortale". Ancora oggi nelle nostre democrazie ci sono partiti che hanno per fondamento l'identità etnica e che incitano all'odio per l'immigrato, per il diverso, per chi ha un'altra religione, per chi abita un po' più in là; e molti si dicono cristiani...
Alla base di questa follia c'è la convinzione che l'altro possa minare la nostra identità, il nostro ego... un ego che si appropria solo di qualche familiare e di qualche amico, ma che, al di là di questi stretti confini, vede subito nemici.
Qualche illuminato ha cercato di portare un po' di luce nelle menti ottenebrate di questa razza di scimmie, ma ancora una volta la ricerca della luce è stata interpretata come una guerra contro le tenebre. La luce contro le tenebre.
Non è così. Le tenebre si scacciano accendendo la luce, non combattendo il buio.
Il nemico non è fuori, è dentro. E non lo si può vincere combattendo un nemico esterno.
In tutto questo, è evidente il feroce retaggio animale, la mancanza di consapevolezza. Ma è difficile portare un po' di lucesenza scatenare qualche nuova crociata. Le religioni hanno tentato di far qualcosa, ma subito si sono trasformate in ideologie armate, disposte a combattersi anche con le armi. Vedi i terroristi, i fondamentalisti...
Il punto è che ognuno deve convincere se stesso, deve scacciare le tenebre da se stesso, deve liberarsi da solo della propria follia. Non c'è la pillola per diventare saggi. Non c'è il farmaco per diventare consapevoli.
Non si può diventare consapevoli in massa. Ognuno deve farlo da solo. E partecipare alle crociate, alle missioni o alle Chiese dogmatiche non serve a nulla.
Lo sviluppo della consapevolezza è l'unica spiritualità. Tutto il resto è una vernice con cui un paranoico ego dipinge se stesso con colori di nobiltà. Intorno a noi vediamo individui che ammantano di nobili parole le loro ignobili intenzioni. Gridano, parlano, fanno comizi, pontificano, sono sempre in televisione, ma non hanno un attimo di auto-coscienza, non riescono a vedere se stessi.
La consapevolezza, cioè la luce, si accende solo se ci si guarda, se si fa un passo indietro per contemplare se stessi, la propria mente. Non in altri modi, non parlando, non pregando, non discutendo. Ma guardando se stessi e staccandosi dal proprio ego. Solo così, in questa quiete mentale, si crea un attimo di interruzione, una fessura, da cui può irrompere la luce della consapevolezza.

venerdì 13 maggio 2011

Un po' di meditazione

Come meditare
Ormai la meditazione viene studiata nelle università e nei centri di ricerca, che sono interessati a sapere che cosa succede nella mente e nel cervello dei meditanti. E tutti concordano su alcuni punti. La meditazione aumenta la concentrazione, riduce il dolore, diminuisce l’ansia, fortifica le difese immunitarie, attiva capacità di auto-guarigione, rende più creativi, rafforza l’empatia e la positività, e accresce le onde alfa nel cervello, che sono più frequenti negli stati di dormiveglia e nel bambino allo stadio fetale – tutti stati in cui i neuroni attivano i processi di memorizzazione e in cui vengono stimolati gli ormoni, le endorfine (antidolorifiche), la melatonina e le molecole anti-infiammatorie... Meditare significa dunque rigenerare corpo e mente
Le onde prodotte dal cervello vengono già oggi utilizzate per comandare computer ed altri apparecchi elettronici; e non è lontano il giorno in cui certe operazioni saranno compiute solo con la forza della mente.

L’allenamento a meditare migliora la nostra capacità di controllare in maniera sana le emozioni disturbanti, in particolare porta a reprimere l’impulso a reagire a stimoli emotivi molto intensi e negativi. Quando infatti siamo investiti da simili emozioni, nel nostro organismo si scatena una vera e propria tempesta bio-chimica, che libera sostanze negative – sostanze che irritano, infiammano o deprimono –, che aumenta la pressione e le contrazioni muscolari.
Nella meditazione cerchiamo di compiere il percorso contrario. Rilasciare, rilassare, lasciar andare, riportare la calma fisica e mentale, abbassare i livelli di ormoni negativi, ridurre i toni e le contrazioni.
Per meditare ad uno stadio iniziale basta sedersi su una sedia o su una poltrona e percepire i muscoli contratti (dalle spalle al collo, dalla schiena alle braccia, dalle gambe alla faccia). Poi bisogna lasciar andare la solita attività mentale. Concentrarsi piuttosto sulle sensazioni fisiche del rilassamento del corpo. Socchiudere o chiudere gli occhi. Osservate il respiro senza cercare di cambiarne il ritmo. Rendersi sempre più consapevoli dello stato di quiete in cui si sta scendendo. Il che aumenta lo stato di quiete e la calma che ne deriva.
In questo stato ecco che aumentano le onde alfa, indice di benessere.
La meditazione, se attuata quotidianamente, porta dunque ad un miglioramente della salute fisica e psichica - ed anche spirituale.
Nel nostro mondo frenetico, nelle nostre esistenze iperattive, nel caos in cui viviamo, non c'è che la meditazione per riportare un po' di calma e per farci comprendere chi siamo e che cosa facciamo.
Uscire dalla confusione, ritrovare la quiete. Ricuperare il nostro equilibrio naturale, la nostra essenza, la nostra natura originale... noi stessi.

venerdì 6 maggio 2011

Religioni di massa

La gente crede che basti essere in tanti a credere a qualcosa perché questa cosa sia vera. Si guardano nelle chiese, si contano e si confortano della presenza di altri.
Ma le cose non stanno così. Una cosa, solo perché è creduta da tanti, non è vera. Anche se fossero la maggioranza. Non era la maggioranza quella che inneggiava a Hitler o a Mussolini? Eppure si sbagliavano tutti.
Così è per le religioni: non basta essere in molti a credere in Gesù, in Maometto o in Mosè. Non basta per rendere veri i loro messaggi - che d'altronde si escludono a vicenda.
Così è certo che milioni di persone credono a fedi sbagliate. Quali saranno?
In realtà questo mondo è un specie di stazione dove molte persone si incontrano per qualche momento. Ma poi ognuna prenderà una destinazione diversa. Questo è il punto. Il destino è individuale, l'anima è individuale.
Siamo come legnetti - dice il Ramayana - che s'incontrano e si uniscono nel vasto oceano. Ma poi le correnti e le onde ci allontaneranno di nuovo.
La vera spiritualità non ha niente a che fare con le fedi di massa. Ognuno se la crea con i propri pensieri e i propri atti. E alla fine ognuno prenderà la propria strada, personale, individuale.
Non c'è un ritorno al Padre. Sarebbe un tornare indietro, una regressione. C'è un andare avanti, verso nuove stazioni...