"Ispirazione" è una parola molto vicina a respirazione e dunque a spirito. Questo significa che c'è ispirazione solo quando c'è spiritualità. E lo stato di spiritualità si identifica con uno stato di quiete anche fisico. In tedesco "respiro", Atmen, proviene dal sanscrito Atman, che è l'anima individuale. In greco spirito si dice pneuma, ma pneuma indica anche il vento.
Respirare, spirare, soffiare... nella Bibbia si dice che Dio, per creare l'uomo, "soffiò" nelle sue narici "l'alito della vita". E nel Nuovo Testamento si dice che lo spirito è come il vento, che soffia dove vuole. Nelle Upanishad, il soffio vitale, il prana, è identificato con il respiro, il soffio e il principio vitale dell'universo (l'Atman), ed è un riflesso del Brahman, ossia del divino.
"Entusiasmo" è un termine che in greco significa "essere ispirati in Dio". Questo significa che la vitalità, la creatività, la calma, la concentrazione, il benessere e la spinta vitale sono considerati qualcosa di divino, in tutte le culture.
Quando si è nello spirito e nel divino si è sulla strada giusta. Quando invece mancano ispirazione ed entusiasmo si è in crisi, si è depressi, non si progredisce.
Allora domandiamoci ogni giorno: c'è ispirazione e c'è entusiasmo nella mia esistenza? Non a caso in italiano si dice "essere su di spirito" o "essere giù di spirito" per indicare se siamo vitali, creativi e tonici o al contrario negativi e depressi.
Naturalmente, se le cose vanno male, se accadono fatti spiacevoli o drammatici, non si può essere su di spirito. Ma si può comunque essere spirituali, perché possiamo capire verità che non potremmo capire in nessun altro modo. Questo dà un senso agli alti e bassi della vita, e alla sofferenza stessa.
L'importante è non perdere di vista il nostro stato d'animo, fare continuamente un esame di coscienza. Il che è un altro aspetto della meditazione come spiritualità. Tutto torna. Tutte le strade portano da un'unica parte... se si è consapevoli.
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