giovedì 18 agosto 2011

Pubblicità religiosa

L'uso della pubblicità per promuovere la religione è caratteristico del cattolicesimo. A partire da Gesù che istituì quello spettacolino che è la ripetizione dell'ultima cena, ogni rituale della Chiesa non è che sacra rappresentazione, ossia rappresentazione del sacro - di un sacro però stereotipato ed elementare, qualcosa che ben si adatta ad una religione infantile qual è il cristianesimo. In fondo siamo ancora alla religione degli dei che scendono sulla terra, si accoppiano con fanciulle vergini e mettono al mondo esseri straordinari. Una religione appartenente ancora ad uno stadio infantile dell'evoluzione dell'umanità. I papi si sono adattati benissimo a queste sacre rappresentazioni, un tempo illustrate da grandi pittori come Raffaello e Michelangelo, ed oggi veicolate dalla televisione. Che cosa devono fare? Solo gli attori di uno spettacolo. Vestiti come antichi monarchi orientali se ne vanno in giro a compiere rituali, a benedire e a ripetere luoghi comuni, ma a chiedere in cambio sostanziosi contributi in denaro... in nome della carità, s'intende.

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