lunedì 22 luglio 2024

L'identità delle cose

  

L’identità delle cose: quando le cose nascono

Scartando l’ipotesi troppo contraddittoria e puerile di Dio, non ci rimane che capire come e quando le cose assumano una loro autonomia e indipendenza. Diciamo: quando questo sasso, staccatosi dalla montagna, diventa un ente a se stante? E L’uomo?

La questione di quando un essere umano diventa un individuo autonomo può essere esplorata da diverse prospettive: biologica, psicologica, filosofica e sociale.

Biologicamente: Un essere umano inizia a svilupparsi come individuo unico dal momento della fecondazione, quando il DNA unico viene formato. Tuttavia, il processo di diventare un individuo continua attraverso lo sviluppo embrionale, la nascita e la crescita.
Psicologicamente: Dal punto di vista psicologico, l’individualità emerge gradualmente. I bambini iniziano a sviluppare un senso di sé e di identità personale durante i primi anni di vita, attraverso l’interazione con l’ambiente e le persone intorno a loro.
Filosoficamente: La filosofia offre molteplici visioni sull’individualità. Ad esempio, secondo alcuni pensatori, l’individuo emerge quando sviluppa la capacità di riflessione e autocoscienza. Altri, come i filosofi esistenzialisti, sostengono che l’individualità si manifesta attraverso le scelte e le azioni consapevoli dell’individuo.
Socialmente: Dal punto di vista sociale, l’individualità può essere riconosciuta quando una persona assume ruoli e responsabilità all’interno della società. Questo può includere l’educazione, il lavoro e la partecipazione alla vita comunitaria.
In sintesi, l’essere umano diventa un individuo staccandosi dal tutto attraverso un processo continuo che coinvolge aspetti biologici, psicologici, filosofici e sociali. È un viaggio unico e personale che ogni individuo compie nel corso della vita.

D’accordo, ma io penso al preciso momento in cui da un tutto unico si stacca qualcosa che può essere definito individuo (non necessariamente un essere vivente). Anche il sasso ha una propria individualità. Ma quando la assume?

I sassi con forme strane possono raccontare storie affascinanti sulla loro origine e il loro viaggio. La forma particolare potrebbe essere il risultato di vari processi naturali come l’erosione, l’azione dell’acqua, o persino l’attività vulcanica. I sassi hanno un’anima?

In oriente, esiste l’arte del suiseki che consiste nella contemplazione e nell’apprezzamento di pietre naturali con forme particolari. Il termine “suiseki” deriva dalle parole giapponesi “sui” (acqua) e “seki” (pietra), e si riferisce a pietre modellate dall’acqua che evocano paesaggi naturali o altre forme suggestive.

Le pietre suiseki sono spesso esposte su basi di legno (daiza) o in ciotole di ceramica (suiban) e sono apprezzate per la loro capacità di evocare immagini di montagne, laghi, animali o altre forme naturali. Questa pratica è strettamente legata alla meditazione e alla contemplazione, offrendo un modo per connettersi con la natura e trovare tranquillità interiore
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Dunque, è la forma stessa di questi oggetti che ispira qualcosa, cosa che è assodata dalle opere d’arte, sculture, ecc. Siamo sicuri che queste opere d’arte o opere naturali siano prive di comunicazione? Se lo chiedete agli artisti o ai giapponesi, vi diranno che questi oggetti hanno un’anima, una loro particolare radiazione.

Perché d’altronde noi stessi preferiamo e cerchiamo certi luoghi che ci ispirano qualche emozione?

Tutti noi sappiamo che certi luoghi hanno un’ “anima”! Un bel tramonto, una scogliera, un fiume, la distesa del mare, certi laghi, certe montagne… ci ispirano parecchio, tanto che ci piace andarci non appena possiamo.

Le pietre sono come le persone: alcune ci affascinano e altre ci sono indifferenti.

Come gli alberi. Se scomparissero gli alberi, avrebbe conseguenze catastrofiche per la vita sulla Terra. Ecco alcuni degli effetti principali:

Riduzione dell’ossigeno: Gli alberi producono una grande quantità di ossigeno attraverso la fotosintesi. Senza di loro, i livelli di ossigeno nell’atmosfera diminuirebbero drasticamente, mettendo a rischio la sopravvivenza di molti organismi.
Aumento dell’anidride carbonica: Gli alberi assorbono anidride carbonica, un gas serra, dall’atmosfera. Senza alberi, la concentrazione di CO2 aumenterebbe, accelerando il cambiamento climatico e causando un riscaldamento globale più rapido.
Perdita di habitat: Molti animali dipendono dagli alberi per il loro habitat. La scomparsa degli alberi porterebbe alla perdita di biodiversità e all’estinzione di molte specie.
Erosione del suolo: Le radici degli alberi aiutano a mantenere il suolo stabile. Senza alberi, l’erosione del suolo aumenterebbe, portando a frane e alla perdita di terreni agricoli fertili.
Impatto sul ciclo dell’acqua: Gli alberi giocano un ruolo cruciale nel ciclo dell’acqua, aiutando a mantenere l’umidità del suolo e a regolare il flusso dei fiumi. La loro scomparsa causerebbe siccità e inondazioni più frequenti.
In sintesi, gli alberi sono fondamentali per mantenere l’equilibrio ecologico e la salute del nostro pianeta. La loro scomparsa avrebbe effetti devastanti su molti aspetti della vita sulla Terra.

Le piante sono così importanti che si è pensato di inviare su Marte, un pianeta deserto, alcuni vegetali capaci di sopravvivere. L’idea di piantare piante su Marte è una delle strategie considerate per rendere il pianeta abitabile, un processo noto come terraformazione. Le piante potrebbero aiutare a produrre ossigeno e a migliorare le condizioni atmosferiche del pianeta rosso.

Ad esempio, i ricercatori stanno studiando l’uso di piante estremofile, come il muschio Syntrichia caninervis, che può sopravvivere in condizioni estreme simili a quelle marziane. Queste piante potrebbero contribuire a creare un ambiente più favorevole alla vita umana e ad altre forme di vita terrestre.

Inoltre, la NASA e altre agenzie spaziali stanno esplorando l’idea di utilizzare microrganismi e altre forme di vita per iniziare a modificare l’atmosfera e il suolo di Marte. Questo processo richiederebbe molto tempo e risorse, ma rappresenta una delle possibili soluzioni per la futura colonizzazione del pianeta.

Con tutto ciò, voglio dire che le piante (che sono esseri viventi) e le cose che noi riteniamo inanimate, sono vitali come le altre e ci comunicano qualcosa – una identità. Se parlassimo in termini di “identità”, il discorso sarebbe più chiaro. Perché tutti le cose hanno una loro identità, più o meno spiccata. E anche un sasso ce l’ha. D’accordo, un po’ perché gliela attribuiamo noi, ma un po’ perché ce l’hanno veramente. Questa montagna ha un’identità diversa da quella di un'altra. E anche questa pietra.

L’identità appartiene di diritto a tutte le cose. La parola “identità” deriva dal latino "identitas", che a sua volta deriva da "idem" che significa "lo stesso". Quindi, l'etimologia di "identità" è legata al concetto di essere o non essere lo stesso o uguale a qualcosa

Quando si parla di "identità” ci si riferisce in effetti alla individualità e unicità di una cosa, ovvero a ciò che la rende diversa dagli altri. L'identità comprende gli elementi che caratterizzano un individuo e che lo distinguono dagli altri, come ad esempio le caratteristiche fisiche, psicologiche, sociali e culturali. Quindi, nel caso della pietra, c’è qualcosa, almeno nella forma, che la rende unica… molto più di una formica o di un’ape, che pure sono esseri viventi.

Mentre l’anima può essere negata, l’identità non si rifiuta a nessuno, perché è ciò che appare.

Con questo abbiamo risposto alla domanda iniziale: quando le cose si staccano dal tutto e assumono una loro identità individuale? Quando si staccano dal tutto, perché si staccano dal tutto – un tutto che va visto come un blocco uniforme, informe o un brodo primordiale.

Una identità non si nega a nessuno! Nemmeno ai gemelli, nemmeno alle formiche, nemmeno alle cellule. Non esistono due cose in tutto e per tutto uguali, nemmeno negli oggetti fatti in serie.

Nella realtà, non esistono due cose assolutamente identiche in ogni dettaglio. Anche se due oggetti possono sembrare molto simili, ci saranno sempre delle differenze minime che li rendono unici. Questo principio è noto come il concetto di unicità e individualità di ogni entità nel nostro mondo. Quindi, anche se possiamo parlare di somiglianze notevoli tra due oggetti, ciascuno avrà sempre qualcosa di unico che lo distingue dall'altro.

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