Per chi fosse
attirato dalla meditazione ma non gradisse la meditazione d’origine orientale,
sempre un po’ austera e complicata, ricordiamo che esiste anche una meditazione
naturale, presente in tutto il mondo e in tutti i tempi. Chi, infatti, non si
incanta di fronte ad un tramonto, ad un’alba, in cima a una montagna, in una
campagna fiorita o su un promontorio marino? Da che mondo è mondo, tutti
proviamo meraviglia davanti alla bellezza di certi spettacoli naturali. Ebbene,
in quei momenti, anche se non lo sappiamo, entriamo in una fase meditativa,
perché si sospende il nostro abituale modo di vedere e ci dimentichiamo dei
nostri problemi.
Per fare due
esempi, citerò “L’infinito” di Leopardi e un altro testo meno conosciuto. La poesia
di Leopardi, riletta in questo senso, è la descrizione perfetta di una
meditazione naturale:
“Sempre caro mi fu quest’ermo
colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi
fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.”
Il secondo testo è quello di Tommaso Campanella
(1568-1639), tratto da Pratica dell’estasi
filosofica.
“Bisogna
eleggere un luogo, nel quale non si senta strepito d’alcuna maniera ,
all’oscuro o al barlume di un piccolo lume , così dietro, che non percuota
negli occhi, o con occhi serrati. In un tempo quieto et quando l’uomo si senta
spogliato d’ogni passione, tanto del corpo, quanto dell’animo. In quanto al
corpo non senta né freddo né caldo, non senta in alcuna parte dolore, la testa
scarica di catarro e dai fumi del cibo et da qualsivoglia umore; il corpo non
sia gravato di cibo,né abbia appetito né di mangiare né di bere, né di
purgarsi, né di qualsivoglia cosa; e stia in questo luogo posato a sedere nella
maniera più comoda,appoggiando la testa alla mano sinistra, o in altra maniera
più comoda. L’animo sia spogliato d’ogni minima passione o pensiero, non sia
occupato né da mestizia o dolore, o allegrezza o timore, o speranza; non
pensieri amorosi, o di cure famigliari, o di cose proprie o d’altri; non di
memoria di cose passate o di oggetti presenti; ma essendosi accomodato il corpo
come sopra, deve mettersi là, et scacciare dalla mente di mano in mano tutti i
pensieri che gli cominciano a girare per la testa. Et quando ne viene uno,
subito scacciarlo, et quando ne viene un altro, subito anco lui scacciare,
insino che non ne venendo più, non si pensi a niente al tutto, et che si resta
del tutto insensato interiormente ed esteriormente,et diventi immobile come se
fussi una pianta o una pietra naturale: et così l’anima, non essendo occupata
in alcuna azione,né vegetabile, né animale,si ritira in sé stessa…”.
Insomma gli esempi sono innumerevoli, perché l’esigenza
della meditazione è qualcosa che appartiene a tutto il mondo, anche se solo l’Oriente
ha standardizzato i metodi e ne ha fatto una conditio sine qua non della salvezza.
Va aggiunto che in Oriente non esistono solo i
metodi del buddhismo, dello yoga o del vedanta. Ma esistono anche tecniche non monacali
e non ascetiche che utilizzano i sensi. Ecco qualche esempio, tratto dal Vijnanabhairava
Tantra, un testo che dovrebbe essere a lungo meditato. Come si nota, anche
atti comuni della vita quotidiana possono portare alla realizzazione o comunque
introdurre un po' di luce:
1.
Nel momento in cui l'inspirazione è cessata e l'espirazione non è ancora
incominciata (o viceversa), lì, in quel vuoto, c'è lo stato onnicomprensivo.
2.
Ponendo l'attenzione fra le sopracciglia, al centro della fronte, senti come
l'essenza del respiro riempia il tuo corpo intero. Tu sei quell'essenza
luminosa.
3.
Sdraiati come se fossi morto. Immagina di essere morto. Non vedi, non
senti...ma che cosa sei? Percepisci il tuo essere puro.
4.
Nel momento in cui sei travolto dall'ira o da un altro sentimento estremo, sii
consapevole di esso. E rimani così nella consapevolezza originale.
5.
Guarda senza battere ciglio. Non ti concentrare su niente in particolare. In
quel vuoto c'è la consapevolezza originale.
6.
Cerca di essere cosciente mentre sogni. In fondo anche l'esistenza è una forma
di sogno. Come fare? Prima di addormentarti datti l'ordine di essere cosciente
durante il sogno, ripetutamente.
7.
Mettiti su un letto o su una poltrona, e immagina di essere senza peso, al di
là della mente. In quel momento, tu come individuo non ci sei più. Ma sei
tutto.
8.
Fissa l'attenzione all'interno del cranio, chiudi gli occhi e osserva il tuo
essere interiore - che è la tua vera natura. Sii totalmente presente in
quell'istante.
9.
Mentre vieni accarezzato, penetra nel carezzare come nella vita eterna.
10.
Poni l'attenzione nella spina dorsale in cui scorre e si diparte la tua energia
che è l'energia cosmica. L'energia interiore è l'energia esteriore.
11.
Nella testa blocca le aperture dei cinque sensi con le mani (occhi, orecchi,
ecc.) e percepisci il punto luminoso tra le sopracciglia. Poi dissolvilo a poco
a poco, e rimani vuoto. Quel vuoto è l'energia al di là dei sensi.
12.
Concentrati prima sul suono Om (o su qualunque altro suono) e poi, quando cessa
la sua vibrazione, sul vuoto che ne segue. Quel vuoto è la pienezza
fondamentale.
13.
Medita sull'energia del tuo corpo che si estende all'intero universo - che è
l'intero universo.
14.
Concentrati intensamente sull'idea che l'universo sia pura energia. E tu stesso
ne sei parte.
15.
Concentrati sull'intervallo che intercorre tra un pensiero e l'altro. In quel
vuoto il tutto.
16.
Quando provi il piacere dell'orgasmo, realizza che quel piacere è la
beatitudine divina. Hai trasceso ogni pensiero e ti sei svuotato. Tu sei il dio
e lei è la dea. E la beatitudine nasce dall'unione degli opposti.
17.
Medita sul momento immediatamente precedente e sul momento immediatamente
seguente un qualunque suono. In quel vuoto, la pienezza del tutto.
18.
Considera la tua pelle come un confine. Poi dissolvi il confine e diventa il
tutto.
19.
Medita sul vuoto di un vaso. Poi dissolvi il vaso e identificati con il vuoto -
che è la pienezza incondizionata.
20.
Immagina che l'universo sia una conchiglia vuota in cui la tua mente opera
all'infinito; poi dissolvi la mente e realizza.
21.
Medita in un luogo infinitamente spazioso, privo di alberi, di colli, di
abitazioni o di mura. In quello spazio vuoto, la fine delle pressioni mentali.
22.
Medita sul conoscere e sul non conoscere, sull'esistere e sul non esistere; poi
abbandinali entrambi e cogli lo splendore del reale.
23.
Guarda con amore la persona che ami. Rimani fermo in quell'amore. Lì c'è la
luce.
24.
Percepisci il cosmo come vita essenziata di consapevolezza. Quello tu sei.
25.
Mentre fai l'amore, non voler raggiungere la fine. Rimani in quella gioia che è
la beatitudine originale.
26.
Quando mangi o bevi, diventa quel sapore. Lì è la gioia.
27.
Prima di addormentarti, quando la veglia è svanita e il sonno non è ancora
giunto, realizza.
28.
Quando contempli il cielo infinitamente limpido, entra completamente in quella
limpidezza.
29.
In un veicolo, oscillando ritmicamente, sperimenta il movimento. Poi, fermando
il veicolo, arresta la mente.
30.
In una notte senza luna, penetra nelle tenebre. Lì, in quelle tenebre, realizza
il vuoto cosmico.
31.
Non appena avverti l'impulso a fare qualcosa, fermati. Lì, in quell'impulso,
l'energia originale.
32.
Le forme separano, i pensieri separano, i sentimenti separano. Tu trascendi
ogni atto di separazione. Sii infinito.
33.
Quando un desiderio sorge in te, non soddisfarlo ma rimani con esso. Osservalo.
Poi abbandonalo di colpo. E realizza la natura originaria.
34.
Quando la tua volontà, la tua coscienza e la tua conoscenza non sono
ancora nate, tu chi sei? Realizza
l'essenza di ciò che sei. E dissolviti nella beatitudine.
35.
Guarda il mondo come una visione, un sogno, un gioco di prestigio o un quadro.
In quel momento sperimenta la gioia di essere libero dall'illusione delle
apparenze.
36.
Distaccati dal tuo piccolo ego. Pensa: "Io sono dappertutto". E
realizza la beatitudine di non avere limiti.
37.
Scopri che la coscienza che hai delle cose non è soltanto tua, ma di tutti gli
esseri. Senti la coscienza di ciascuno come la tua stessa coscienza. Per questo
sei parte del tutto, anzi il tutto.
38.
Stando sul ciglio di un abisso, concentrati sul vuoto. Sii quel vuoto. E
dissolvi la mente.
39.
Concentrandoti sul nulla, fa' in modo che anche il tuo ego perda i suoi
confini.
40.
Non soffermare la tua attenzione né sul piacere né sul dolore, ma tra l'uno e
l'altro.
41.
Quando sei afferrato da un sentimento o da un desiderio estremo (paura, ira,
cupidigia, invidia, arroganza, ecc.), rimani imperturbabile. In quell'assenza
di perturbazioni c'è la gioia.
42.
Ciò che è inconoscibile, ciò che è impercettibile, ciò che è vuoto, ciò che è
al di là dell'esistenza, tutto questo è il divino. Realizza.
43.
Quando provi simpatia o antipatia verso qualcuno, non riversare il sentimento
su quella persona, ma resta equilibrato. Nel mezzo sta la trascendenza.
44.
La gente comune giudica le cose pure o impure. Tu non giudicare niente puro o
impuro. Trascendi la dualità. E consegui la gioia.
45.
Non fissare la tua attenzione su alcun oggetto in particolare. Fa' in modo che
la tua mente resti senza fluttuazioni. In quel vuoto, realizza…
Forse
con questi metodi non otterremo l’illuminazione. Ma la nostra mente i
allargherà e otterrà grandi vantaggi, diventando se non altro più sensibile e intelligente.