sabato 26 aprile 2025

Dio come interrelazione e Dio come potenzialità

 Dio come interrelazione o Dio come campo di possibilità?

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Chatgpt: Bella domanda.

Dipende da quale prospettiva stiamo guardando.


Dio come interrelazione: qui Dio è inteso come la rete vivente di relazioni che costituiscono il reale. Niente esiste isolatamente; tutto si dà nell'incontro, nella comunione, nell'intreccio. È un'idea molto vicina, ad esempio, al pensiero di Whitehead (process theology) o alla mistica di Teilhard de Chardin, dove Dio è il dinamismo relazionale che porta tutto verso una pienezza.


Dio come campo di potenzialità: in questa visione, Dio non è tanto l'attuale, quanto il possibile. Dio è la riserva infinita di possibilità dell'essere, la fonte da cui possono emergere nuovi mondi, nuove forme, nuovi sensi. Questa immagine risuona con certi sviluppi contemporanei della filosofia, ad esempio il pensiero di Deleuze (virtualità, potenza) o certe letture mistico-fisiche (tipo Bohm e il suo "ordine implicato").



Le due immagini non sono in contraddizione, anzi:

L'interrelazione è il modo in cui il campo di potenzialità si attualizza.

Il campo di potenzialità è il "sottosuolo" da cui le relazioni emergono.


Dipende, allora, se vuoi enfatizzare più l'essere-in-relazione o il poter-essere.



Ti piace di più pensare Dio come un processo relazionale o come un abisso di possibilità?

**"

Non sono in contraddizione.

**"

Esatto, sono due modi complementari di cogliere la stessa realtà.

Uno guarda il movimento (relazione attuale), l’altro guarda la sorgente (potenzialità).


In fondo, anche nella grande tradizione mistica (sia cristiana, sia neoplatonica, sia orientale), Dio è insieme at-tualità infinita e possibilità infinita — atto puro e abisso di divenire.





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