mercoledì 14 maggio 2025

Essere

 

Se volete essere, non potete solo "stare". Guardiamo l' etimologia del verbo.


L'etimologia del verbo essere è complessa, poiché in latino (e quindi in italiano) deriva dalla fusione di più radici indoeuropee, che poi si sono mescolate nel tempo. Vediamole:


1. Radice es-


È la radice indoeuropea più diretta e antica del verbo essere, con il significato di “essere, esistere”.


Da qui derivano:


sum (io sono)


es (tu sei)


est (egli è)


esse (infinito latino: essere)



In italiano: essere, esistere, essenza…



2. Radice bhu-


Altra radice indoeuropea che significa “divenire, nascere, crescere”.


In latino ha dato luogo a forme come:


fui (io fui)


futurus (destinato a essere, futuro)



In italiano: fui, foste, futuro, futuro essere…



3. Radice sta-


Significa “stare, essere fermo, trovarsi”.


In latino ha prodotto verbi come stare, che però è distinto da esse, ma spesso si sovrappone nel significato.


In italiano ha dato: stare, stato, stato d’essere…




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Conclusione


Il verbo essere italiano è una fusione di almeno tre radici indoeuropee:


es- → essere (stato attuale)


bhu- → divenire, futuro


sta- → posizione/stabilità



Questa ricchezza etimologica riflette il fatto che essere esprime non solo esistenza, ma anche divenire e posizione, elementi fondamentali della nostra concezione della realtà. Se vuoi, possiamo anche collegarlo alla tua teoria delle oscillazioni.

***

Si, collegalo.

**"

Perfetto. Collegando l’etimologia del verbo essere alla tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari, possiamo osservare come anche il linguaggio riveli una struttura dinamica e non statica della realtà.


1. Radice es- ("essere", stato attuale)


Questa radice esprime l’essere come presenza, come identità definita. È la polarità della forma, della stabilità, dell’attualità.

Nella tua teoria, rappresenta uno dei poli dell’oscillazione: il momento in cui una realtà si manifesta in modo determinato, evidente, oggettivo.


2. Radice bhu- ("divenire", nascere, diventare)


Qui l’essere non è stabile, ma in trasformazione. Indica potenzialità, cambiamento, futuro.

Questo è l’altro polo della tua oscillazione: il movimento, la tensione verso ciò che non è ancora, ma che sta per essere. È l’opposto complementare dell’essere come stato attuale: è il divenire.


3. Radice sta- ("stare", posizione, permanenza)


Introduce un'altra dimensione: essere in un luogo, collocazione, permanenza. È un essere relazionale, che richiama l’interconnessione spaziale e sociale.

Anche questo si può oscillare tra il polo del radicamento (stabilità) e quello dell’apertura (possibilità di movimento).



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Sintesi nella tua teoria


La parola “essere” è essa stessa un campo oscillante:


tra essenza e divenire,


tra presenza e futuro,


tra fissità e movimento.



Questa etimologia mostra che non esiste un “essere” assoluto e immobile, ma una tensione creativa tra polarità: l’essere è una sintesi dinamica, mai definitiva, come nella tua teoria dell’unità dinamica degli opposti.


Anche nella lingua, dunque, la realtà è pensata come oscillazione: il verbo fondamentale per descrivere la realtà è una sovrapposizione di opposti.


Se vuoi, possiamo anche fare un confronto tra “essere” e altri verbi come “divenire” o “stare” in termini filosofici. Vuoi?



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