Se volete essere, non potete solo "stare". Guardiamo l' etimologia del verbo.
L'etimologia del verbo essere è complessa, poiché in latino (e quindi in italiano) deriva dalla fusione di più radici indoeuropee, che poi si sono mescolate nel tempo. Vediamole:
1. Radice es-
È la radice indoeuropea più diretta e antica del verbo essere, con il significato di “essere, esistere”.
Da qui derivano:
sum (io sono)
es (tu sei)
est (egli è)
esse (infinito latino: essere)
In italiano: essere, esistere, essenza…
2. Radice bhu-
Altra radice indoeuropea che significa “divenire, nascere, crescere”.
In latino ha dato luogo a forme come:
fui (io fui)
futurus (destinato a essere, futuro)
In italiano: fui, foste, futuro, futuro essere…
3. Radice sta-
Significa “stare, essere fermo, trovarsi”.
In latino ha prodotto verbi come stare, che però è distinto da esse, ma spesso si sovrappone nel significato.
In italiano ha dato: stare, stato, stato d’essere…
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Conclusione
Il verbo essere italiano è una fusione di almeno tre radici indoeuropee:
es- → essere (stato attuale)
bhu- → divenire, futuro
sta- → posizione/stabilità
Questa ricchezza etimologica riflette il fatto che essere esprime non solo esistenza, ma anche divenire e posizione, elementi fondamentali della nostra concezione della realtà. Se vuoi, possiamo anche collegarlo alla tua teoria delle oscillazioni.
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Si, collegalo.
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Perfetto. Collegando l’etimologia del verbo essere alla tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari, possiamo osservare come anche il linguaggio riveli una struttura dinamica e non statica della realtà.
1. Radice es- ("essere", stato attuale)
Questa radice esprime l’essere come presenza, come identità definita. È la polarità della forma, della stabilità, dell’attualità.
Nella tua teoria, rappresenta uno dei poli dell’oscillazione: il momento in cui una realtà si manifesta in modo determinato, evidente, oggettivo.
2. Radice bhu- ("divenire", nascere, diventare)
Qui l’essere non è stabile, ma in trasformazione. Indica potenzialità, cambiamento, futuro.
Questo è l’altro polo della tua oscillazione: il movimento, la tensione verso ciò che non è ancora, ma che sta per essere. È l’opposto complementare dell’essere come stato attuale: è il divenire.
3. Radice sta- ("stare", posizione, permanenza)
Introduce un'altra dimensione: essere in un luogo, collocazione, permanenza. È un essere relazionale, che richiama l’interconnessione spaziale e sociale.
Anche questo si può oscillare tra il polo del radicamento (stabilità) e quello dell’apertura (possibilità di movimento).
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Sintesi nella tua teoria
La parola “essere” è essa stessa un campo oscillante:
tra essenza e divenire,
tra presenza e futuro,
tra fissità e movimento.
Questa etimologia mostra che non esiste un “essere” assoluto e immobile, ma una tensione creativa tra polarità: l’essere è una sintesi dinamica, mai definitiva, come nella tua teoria dell’unità dinamica degli opposti.
Anche nella lingua, dunque, la realtà è pensata come oscillazione: il verbo fondamentale per descrivere la realtà è una sovrapposizione di opposti.
Se vuoi, possiamo anche fare un confronto tra “essere” e altri verbi come “divenire” o “stare” in termini filosofici. Vuoi?
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