domenica 25 maggio 2025

L' esperimento dell' intenzione

 Inventare un esperimento per dimostrare che mente e materia sono due facce della stessa medaglia richiede un’idea che superi la tradizionale separazione tra soggetto e oggetto, tra osservatore e osservato. Di seguito propongo un esperimento concettuale e operativo ispirato sia alla meccanica quantistica che alla neurofenomenologia, in cui l’esperienza soggettiva venga posta in correlazione diretta e dinamica con il comportamento di sistemi fisici.



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Esperimento: "Interferenza Intenzionale"


Obiettivo:


Verificare se l'intenzione mentale consapevole può influenzare direttamente il comportamento di un sistema quantistico, dimostrando una correlazione strutturale tra attività mentale e realtà fisica.



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Setup:


1. Sistema fisico:


Un classico esperimento della doppia fenditura con singoli fotoni o elettroni sparati verso uno schermo. Il sistema può mostrare un comportamento ondulatorio (interferenza) o corpuscolare (assenza di interferenza) a seconda dell'osservazione.




2. Soggetti umani:


Partecipanti addestrati alla meditazione intenzionale focalizzata, capaci di mantenere uno stato mentale stabile e consapevole.




3. Condizioni sperimentali:


Una parte delle prove si svolge con i soggetti che intenzionalmente cercano di collassare la funzione d’onda, focalizzandosi sulla particella come "corpo fisico".


In altre prove, i soggetti visualizzano il fotone come onda pura, cercando di favorire la sovrapposizione.




4. Misurazione:


Il comportamento del sistema (presenza o assenza di pattern di interferenza) viene registrato automaticamente, escludendo ogni possibilità di manipolazione fisica da parte del soggetto.






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Ipotesi:


Se mente e materia sono due aspetti della stessa realtà oscillante, allora:


L'intenzione mentale dovrebbe influenzare in modo sistematico l'esito fisico.


L'interazione non avviene attraverso segnali fisici misurabili, ma attraverso un campo unificato mente-materia.




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Risultati attesi:


Differenze statisticamente significative tra le condizioni "intenzione-onda" e "intenzione-particella".


Eventuali correlazioni tra la coerenza dell’attività cerebrale (misurata con EEG) e l’apparizione o scomparsa del pattern interferenziale.




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Implicazioni teoriche:


La coscienza non è un epifenomeno, ma una forza attiva che si manifesta in risonanza con la struttura della realtà.


Mente e materia emergono da una stessa “oscillazione fondante”, come nei miei concetti di complementarità dinamica e unità nella dualità.




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