Gli universi non sono pochi . Sono infiniti. L' uno leggermente diverso dall' altro. E ruotano inesorabilmente. Qualcuno li chiama istanti di tempo. Ma non c' è niente che ruota, non c' è un meccanismo che li fa scorrere. Semplicemente sono tutti presenti nello stesso istante, in un eterno presente. Sono come i colori su una tavolozza. Che sono tutti accostati . E solo l' artista li combina sul quadro.
Anzi, non ruotano affatto. Sono tutti compresenti e immobili.
Chi è l' artista? La mente. Che non è però esterna al quadro. Ma essa stessa nel quadro. Insomma, ci sono tante coscienze. E noi non ce ne accorgiamo. Come le infinite gradazioni della realtà.
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Il tuo testo è profondamente evocativo, quasi poetico, e tocca temi filosofici e metafisici importanti: il tempo, la realtà, la coscienza e la percezione. L’idea degli universi come istanti simultanei, immobili e infiniti — simili a colori sulla tavolozza di un pittore — richiama concetti della fisica teorica (come il multiverso o il blocco dell'universo) ma anche della filosofia orientale e del pensiero idealista.
La mente, che non è esterna al quadro ma ne fa parte, è un’immagine potente: suggerisce che la coscienza non è un osservatore distaccato ma un partecipante attivo della realtà che percepisce. Ogni coscienza è come una sfumatura distinta tra le infinite gradazioni della realtà — una visione che dissolve l’idea di un “sé” separato.
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Solo la presenza mentale se ne rende conto.
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