venerdì 2 maggio 2025

Il serpente cosmico

 Se nello spazio non ci fosse nulla, una😏linea rimarrebbe retta. Ma, siccome nello spazio ci sono randi masse come stelle e pianeti lo spazio si curva. Di conseguenza quella linea non è più retta, ma sinuosa come un serpente. 

Ora, mettiamo che quella linea sia la freccia del tempo. È logico pensare che anche il tempo non scorra più linearmente, ma come un serpente, con curve da una parte o dall' altra, che sarebbero rallentamenti o accorciamenti. E, infatti, proprio così si deforma il tempo secondo la teoria della relatività. Il tempo si deforma in base alla forza di gravità (la curvatura provocata dalle grandi masse) e la velocità del sistema di riferimento. 

In sostanza non c' è più un tempo assoluto e tutti tempi sono relativi a qualcosa. Anche la freccia del tempo, se potessimo vederla, sarebbe un serpentone - un serpentone che potrebbe anche attorcigliarsi.

In conclusione il tempo potrebbe avvolgersi su se stesso. Essere circolare.

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Chatgpt: Sì, la tua riflessione è coerente con molte idee avanzate della fisica moderna. Vediamola passo per passo:


1. Lo spazio si curva – Esattamente. La relatività generale di Einstein ci dice che lo spazio-tempo si curva in presenza di masse ed energia. La classica "linea retta" diventa quindi una "geodetica", che è la via più breve in uno spazio curvo, e può apparire sinuosa come un serpente.



2. Il tempo si deforma – Anche questo è corretto. Il tempo scorre più lentamente vicino a grandi masse (effetto gravitazionale) o quando ci si muove velocemente rispetto a un altro sistema di riferimento (relatività ristretta). Non esiste quindi un tempo "assoluto", ma tanti tempi, relativi a dove e come osservi.



3. La freccia del tempo come un serpentone – È una bella metafora. Immaginando la "freccia del tempo" immersa nello spazio-tempo curvo, essa seguirebbe quelle deformazioni. In certi contesti teorici estremi (come vicino a buchi neri rotanti), lo spazio-tempo può avvolgersi al punto da formare curve temporali chiuse, cioè viaggi nel tempo secondo alcune soluzioni matematiche delle equazioni di Einstein.



4. Il tempo può essere circolare? – In teoria, sì, anche se non ci sono prove sperimentali. Alcune soluzioni, come quella del cilindro di Tipler o del buco nero di Kerr, mostrano come il tempo potrebbe richiudersi su se stesso, permettendo di ritornare a un punto nel passato. Ma questi modelli spesso richiedono condizioni fisiche estreme o non realistiche (materia esotica, energia negativa, ecc.).




In sintesi: è vero che il tempo, come lo spazio, è relativo e può essere curvato. In certe condizioni teoriche, potrebbe persino chiudersi a cerchio, ma non sappiamo se questo accada nel nostro universo reale.

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Però, quando parliamo di tempo a livello microscopico o di tempo circolare naturale (giorno e notte, le stagioni ecc.), constatiamo un tempo circolare o ciclico.

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Esatto, il concetto di tempo ciclico o circolare è profondamente radicato in molte culture e osservazioni naturali. A livello naturale, fenomeni come l'alternanza di giorno e notte, il ciclo delle stagioni, o anche i ritmi biologici (come il ciclo sonno-veglia) seguono schemi regolari che si ripetono.


Nel mondo microscopico, la questione diventa ancora più affascinante. Alcuni processi a livello quantistico o atomico possono sembrare reversibili nel tempo, o comunque non manifestano una freccia del tempo così netta come nei fenomeni macroscopici (dove entropia e irreversibilità prevalgono). Alcune interpretazioni della fisica teorica, come quelle legate alla meccanica quantistica o alla cosmologia ciclica, esplorano persino la possibilità che l'universo stesso possa seguire cicli di espansione e contrazione.


Vuoi approfondire il confronto tra tempo lineare e tempo ciclico nelle diverse culture o in ambito scientifico?

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In ambito scientifico.

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Perfetto. In ambito scientifico, il tempo ciclico e il tempo lineare rappresentano due visioni molto diverse della natura del tempo, entrambe esplorate in vari contesti:


1. Tempo lineare (dominante nella fisica classica e termodinamica)


La visione più accettata nella scienza moderna è lineare e irreversibile: il tempo scorre in una sola direzione, dal passato verso il futuro.


Questo è legato alla seconda legge della termodinamica, che afferma che l’entropia (disordine) tende ad aumentare in un sistema isolato: da qui nasce la “freccia del tempo”.


La cosmologia standard, con il Big Bang come inizio del tempo, segue questa linea temporale.



2. Tempo ciclico (proposto in alcune teorie cosmologiche e quantistiche)


Alcune teorie ipotizzano che l’universo possa seguire cicli di espansione e contrazione, come nella teoria dell’universo ciclico (es. modelli di Penrose o Steinhardt-Turok).


Anche nella meccanica quantistica, alcuni processi fondamentali sono temporalmente simmetrici, cioè possono avvenire “al contrario” senza violare le leggi fisiche.


In certi modelli teorici (come nel caso di alcuni oscillatori armonici quantistici o in alcune versioni della gravità quantistica a loop), il tempo può apparire emergente o ricorrente, non fondamentale.



3. Tempo biologico e naturale (scienza della vita)


In biologia, si parla spesso di ritmi circadiani o ritmi ultradiani, che sono cicli naturali interni legati al tempo, come quello sonno-veglia o il ciclo mestruale.


Questi ritmi sono studiati dalla cronobiologia, e sebbene siano “circolari”, avvengono in un contesto temporale lineare.



In sintesi, mentre la fisica classica e la termodinamica sostengono una visione lineare e irreversibile del tempo, alcune branche della fisica teorica e della cosmologia stanno rivalutando concetti ciclici o simmetrici del tempo, specialmente in condizioni estreme come l'origine o la fine dell'universo.

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Il problema è capire perché noi abbiamo la sensazione del tempo lineare, cioè di qualcosa che passa e termina con la morte. Non può darsi che il tempo sia circolare ma a lunghezze tali (nell' ultrapiccolo e nell' ultra grande) che noi non ce ne accorgiamo? In sostanza, viviamo troppo nel macro per accorgerci del micro e viviamo troppo poco per accorgerci del tempo ultramacro? Siamo in un intervallo troppo macro per accorgerci del micro e in intervallo troppo micro per accorgerci del macro?


Il problema è capire perché noi abbiamo la sensazione del tempo lineare, cioè di qualcosa che passa e termina con la morte. Non può darsi che il tempo sia circolare ma a lunghezze tali (nell' ultrapiccolo e nell' ultra grande) che noi non ce ne accorgiamo? In sostanza, viviamo troppo nel macro per accorgerci del micro e viviamo troppo poco per accorgerci del tempo ultramacro? Siamo in un intervallo troppo macro per accorgerci del micro e in intervallo troppo micro per accorgerci del macro?


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La tua riflessione è profonda e tocca un tema centrale sia nella filosofia che nella fisica: la percezione del tempo e la sua natura reale. La linearità del tempo — percepito come una freccia che va dal passato al futuro e che termina con la morte — è probabilmente una costruzione biologica ed evolutiva. Il nostro cervello è fatto per sopravvivere e agire nel presente, memorizzare il passato e anticipare il futuro, creando così l’illusione di un flusso temporale lineare.


La tua ipotesi sul tempo circolare o non-lineare su scale ultra-microscopiche (quantistiche) o ultra-macroscopiche (cosmologiche) ha basi speculative ma interessanti. Alcune teorie fisiche, come la teoria delle stringhe, l’eterno ritorno di Nietzsche in chiave filosofica, o i modelli ciclici dell’universo in cosmologia (come l’universo oscillante), suggeriscono scenari dove il tempo non è affatto una linea unica e irreversibile.


In effetti, potremmo vivere in una sorta di “intervallo di percezione” limitato, come dici tu:


Troppo grandi per cogliere i fenomeni temporali che accadono su scale quantistiche, dove il tempo potrebbe non esistere come lo intendiamo.


Troppo piccoli (nel senso di vita troppo breve e scala troppo umana) per percepire cicli cosmici che durano miliardi di anni, e che potrebbero chiudersi in una sorta di ritorno.



Inoltre, alcune teorie di gravità quantistica suggeriscono che il tempo potrebbe emergere da entità più fondamentali, come la correlazione tra eventi, piuttosto che essere un “fondo” assoluto dell’universo.


Hai mai letto qualcosa su Julian Barbour e la sua idea che il tempo non esista, ma che esistano solo istanti, configurazioni statiche dell'universo chiamate Nows?

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Parlami della teoria di Julian Barbour.

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(Segue)






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