Lewis Hamilton e la meditazione: «È solo quando ti prendi il tempo per fare spazio nella mente e metterti in ascolto che sai dove vuoi andare, e non ti perdi nei periodi più difficili»
Il pilota di Formula 1 è un campione gentile che ama la meditazione. Qui racconta come la concentrazione sul respiro e la consapevolezza gli hanno insegnato a rallentare per poi andare ancora più veloce, a isolarsi dal rumore e a imparare a stare nel processo
di Alice Rosati
17 luglio 2025
Lewis Hamilton è uno che non ha paura. Ovvio verrebbe da dire, è un campione di Formula 1. Non ha paura della velocità, ma non teme neanche di mostrare il suo lato meno eroico e di dare risposte molto oneste su sé stesso. Lo abbiamo incontrato a Londra, alla Space House, un edificio brutalista di Covent Garden dove è stata presentata la nuova collezione uomo Metal Vent Tech di lululemon, brand specializzato in abbigliamento sportivo e lifestyle, di cui è ambassador. E non è un caso se il marchio (che il 19 luglio apre il suo primo flagship store italiano in Corso Vittorio Emanuele a Milano), lo ha voluto come testimonial. Hamilton corre forte, ma sa come rallentare grazie al potere del respiro e alla consapevolezza, perché è solo quando ti prendi il tempo per fare spazio nella mente e metterti in ascolto che sai dove vuoi andare, e non ti perdi nei periodi più difficili. Per questo, il suo momento preferito della giornata è la mattina molto presto, quando può camminare da solo senza macchine in giro e quando può meditare, quel silenzio in cui ritrovare sé stesso e fare discernimento. Con noi ha condiviso proprio una pratica di mindfulness che è cominciata con queste parole:
«Non sentirti mai in colpa per aver rallentato o frenato. Perché puoi permetterti di prenderti un minuto e 24 secondi della tua giornata. Per rallentare la mente e sfruttare il potere di mettere in pausa il tempo, e trovare quel momento in cui sei così in sintonia con te stesso, da essere ignaro del rumore. Quel momento di quiete in cui nulla conta tranne te. Quindi, chiudi gli occhi e fai un respiro profondo. Lascia che la tua mente sia presente, lascia ieri nel passato. Rallenta e fai durare ogni secondo. Inspira ed espira. E a ogni espirazione, lascia uscire un po' di negatività, per fare spazio a forza, positività, fiducia e autostima. Perché devi rallentare per trovare il campione che è in te».
Potrebbe sembrare una contraddizione, ma la formula vincente di Hamilton è proprio imparare a rallentare per poter andare ancora più veloce e sbloccare momenti di stallo. Compie ogni movimento con consapevolezza, intenzione, concentrandosi sul respiro. In un mondo che ci vuole sempre più veloci, questa pratica appare ancora più rivoluzionaria nella sua semplicità.
La respirazione che pratica Lewis Hamilton
«Le persone fanno fatica a stare nel presente, personalmente mi ha aiutato molto imparare a respirare. In generale trascorriamo le nostre giornate probabilmente senza nemmeno renderci conto che in realtà stiamo respirando o che lo stiamo facendo in modo molto superficiale. Così ho imparato diverse tecniche come la box breathing, la respirazione quadrata (funziona così: inspirate per quattro secondi, trattenete il respiro per quattro secondi, espirate per quattro secondi e trattenete il respiro per altri quattro secondi, ndr)», ha raccontato durante l'intervista. «Una volta andavo in palestra, mi allenavo, facevo stretching ma non pensavo al respiro, ora ho applicato questa consapevolezza anche al movimento. Quando ero più giovane non sapevo nulla di tutte queste cose, che poi sono una cassetta degli attrezzi per il proprio benessere. Spingevo, spingevo e non ero gentile con me stesso. Questa è proprio un'altra cosa che ho imparato: sii gentile verso te stesso. L'ambiente che ci circonda è duro e a volte si ha bisogno di lasciarlo fuori per un attimo. Così quello che faccio è praticare meditazione. Mi siedo su una sedia con un cuscino dietro la schiena, oppure direttamente per terra. Anche la corsa per me è una forma di meditazione, è dove vengono alla luce le mie idee creative. Ho delle discussioni con me stesso in cui mi chiedo a che punto sono e dove voglio andare. È importante sapere qual è la tua direzione».
Come si supera la paura
Rewind, torniamo all'inizio di questo pezzo. Durante l'intervista, Hamilton ha parlato anche di come si supera la paura. «Per me non è mai stata un grande problema, per il lavoro che faccio sono davvero fortunato perché mi è sempre piaciuto confrontarmi con le paure, affrontarle. Se c'è una cosa che ho imparato facendo anche skydiving, è che a un certo punto ti devi semplicemente arrendere, ci sono cose che non puoi controllare. In generale, abbiamo la tendenza a voler controllare tutto quello che ci succede intorno, ma a volte devi solo cogliere quell'attimo, renderti conto di essere presente e sapere che sei esattamente dove dovresti essere. Non è facile stare in questo processo, ma qualsiasi cosa tu stia affrontando, sai che la supererai», ha affermato.
Gli obiettivi sono importanti per non perdersi
Ogni anno, a Capodanno, Hamilton scrive i suoi dieci obiettivi, che sono come un tracciato della pista che dovrà percorrere. «Fissare degli obiettivi per me è la chiave di tutto. Spesso ne raggiungo tre su dieci, ma la cosa importante è avere qualcosa su cui concentrarsi. È fondamentale sapere dove stai andando o lo deciderà il cammino per te e qualsiasi percorso andrà bene». A questa affermazione che per molti potrebbe suonare come la classica frase "se vuoi puoi", ne seguono altre che mostrano il lato più vero del sette volte campione del mondo, quello che gli consente di dire che ogni tanto bisogna avere il coraggio di fermarsi, che serve consapevolezza per apprezzare il percorso e non solo la vittoria, e che anche i più forti hanno bisogno di schermarsi dalle pressioni. «Il progresso a livello personale è sapere che ogni giorno farò un passo avanti. A volte ne fai due avanti e cinque indietro, ma fa parte del processo. Ovviamente nel mio settore c'è molto rumore in giro, ma bisogna imparare a togliersi dalla testa la pressione che si subisce da fonti esterne. Per esempio, non leggo i commenti sui social, per me è una cosa molta sana dal punto di vista professionale».
Imparare a godersi il viaggio e a saper stare nel processo
«E poi quello che conta è il viaggio», prosegue Hamilton. «È il modo in cui sostieni le persone con cui lavori, come sei, come ti presenti, la tua attitudine. Adoro lavorare in team e questo è stato un anno davvero, davvero duro. Stiamo vedendo dei progressi e cerco di essere gentile con me stesso. Mi dico: ben fatto, la prossima gara voglio fare meglio, e poi ancora meglio». Stadi progressivi e graduali, come quelli che richiede l'atto di diventare consapevoli.
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