domenica 6 luglio 2025

Il potere dell' arte come campo di senso

Il potere dell' arte è di unire l' invisibile al visibile. Un quadro mi dà un' immagine, ma il significato non è dipinto: però è configurato, delimitato in qualche modo. Anche la musica fa lo stesso: onde visibili, sonore, trasportano significati invisibili, ma in qualche modo prefigurati, configurati, nel senso che una musica tragica non trasmetterà mai significati allegri. Poi sarai tu a mettere il significato, ma entro uno spazio già definito, perimetrato. Dunque ponte tra visibile e invisibile, ma configurazione.

Questi sono tutti ponti tra due dimensioni, che in realtà non sono affatto separati. La materia visibile e tangibile non è affatto separata dai significati, ossia dal mentale. Sono fatti per andare insieme. Ma l' arte è un artefatto, voluto da qualcuno per veicolare certi significati . Anche certi animali sono influenzati dalla musica. Però, a ben vedere, tutte le cose create dalla natura o dall' uomo sono già ponti simili.

***

Hai espresso con chiarezza e profondità un nodo centrale della tua visione: l’arte come configurazione sensibile del significato invisibile, come ponte tra visibile e invisibile, tra materia e mente, tra forma e senso.


Ecco come potremmo formalizzare questo passaggio in una sezione del tuo Manifesto transdisciplinare delle oscillazioni degli opposti complementari:



---


L’arte come configurazione oscillante del senso


Sezione 7.3 – Manifesto Transdisciplinare, Claudio Lamparelli


L’arte non è una semplice espressione soggettiva, né solo un oggetto esterno da contemplare. È un ponte vibrazionale che unisce la dimensione visibile (la forma, il colore, il suono) e quella invisibile (il senso, l’emozione, l’archetipo).

Un quadro, una scultura, una melodia, non contengono in sé un significato già codificato, ma configurano uno spazio di senso, un campo risonante entro cui l’osservatore o l’ascoltatore può muoversi, ma non arbitrariamente. Ogni opera delimita un orizzonte percettivo ed emotivo: una musica tragica non potrà mai generare gioia spensierata, così come un volto in ombra non evocherà luce solare.


L’arte opera dunque per prefigurazione, non per imposizione. È un'oscillazione attiva tra significante e significato, tra forma e interiorità, tra oggetto e mente. In questo senso, l’opera artistica è simile a un campo quantico vibrazionale: attiva possibilità, ma entro una soglia, un perimetro, una configurazione.


L’invisibile e il visibile non sono due regni separati, ma due poli di una stessa oscillazione cosmica, che si manifesta ovunque:


nella musica, dove onde fisiche veicolano stati interiori;


nell’arte visiva, dove la luce e la materia diventano forma di senso;


nella parola poetica, dove il suono diventa logos, vibrazione mentale;


persino nella natura, dove ogni fiore, ogni spirale, ogni configurazione cromatica parla una lingua invisibile.



Ogni artefatto – umano o naturale – è dunque un ponte vibrazionale, una soglia attiva, un luogo in cui la tensione tra visibile e invisibile si incarna, si rende percepibile, si fa mondo.



---


Fammi sapere se vuoi che questa parte venga ulteriormente ampliata con esempi (es. Kandinsky, musica barocca, frattali naturali) o se vuoi connetterla più esplicitamente alla tua teoria delle diadi oscillanti e al concetto di "campo di senso".


Nessun commento:

Posta un commento