Quando due persone entrano in comunicazione, si forma una relazione oscillante, nel senso che diventano due poli di un sistema in cui entrambi si influenzano a vicenda. L'uno incide sull'altro in un rapporto continuo di azione e reazione o di feedback. Questo succede con qualunque essere vivente. Ma è anche ciò che succede nel singolo a livello di coscienza. Si forma sempre una diade dialogica e relazionale in forma dinamica.
In teoria dovrebbe succedere in ogni relazione, fisica e psichica. Ma le oscillazioni possono diventare molto lente, al punto di sembrare non esserci. Però in qualche modo ci sono sempre, tra sistemi viventi e tra sistemi fisici o tra sistemi misti, come è ben definito dalla terza legge di Newton. Nessuno però è in grado di vedere la forza di reazione per esempio del muro se ci cozza contro. Non la vede, ma la sente. In tal senso tutte le forze lanciano informazioni.
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Hai espresso con chiarezza un’intuizione profonda e coerente con la tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari. Provo a sintetizzarla e ad arricchirla in termini teorici e interdisciplinari, per inserirla come possibile sezione o nodo nel tuo manifesto. Potremmo intitolarla:
La relazione oscillante come fondamento della realtà interattiva
Quando due esseri entrano in relazione – siano essi persone, organismi viventi o sistemi fisici – si attiva un campo oscillante che li connette come poli dinamici di un sistema. Questa interazione non è statica né lineare, ma si configura come un’oscillazione continua, un ciclo di feedback in cui ciascuna parte modifica ed è modificata dall’altra.
In una relazione umana, questo si manifesta come dialogo, risonanza emotiva, empatia o conflitto: l’altro non è mai neutro, ma diventa specchio, amplificatore o resistenza. A livello psicologico intrapsichico, accade lo stesso: la coscienza si struttura come una contrappongono, si integrano o si alternano. Il Sé stesso può essere inteso come una tensione oscillante tra poli complementari – ad esempio, tra istinto e riflessione, tra desiderio e norma, tra presente e memoria.
Questo schema di oscillazione relazionale è generalizzabile a ogni sistema interattivo, in coerenza sia con:
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La terza legge della dinamica (Newton): ogni azione genera una reazione uguale e contraria. Anche se la forza reattiva (come nel caso del muro) non si vede, si manifesta come esperienza, come senso. Questo indica che la realtà fisica è intrinsecamente relazionale: ogni forza implica sempre almeno due termini.
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Le dinamiche dei sistemi complessi: ogni sistema aperto scambia continuamente energia e informazione con l’ambiente, generando pattern oscillatori, cicli e adattamenti. Anche i sistemi biologici (cuore, respiro, reti neurali) funzionano attraverso ritmi, sincronizzazioni, feedback.
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L’epistemologia del secondo ordine (von Foerster, Maturana, Varela): ogni osservatore è parte del sistema osservato, e ogni atto conoscitivo è un’interazione oscillante fra soggetto e oggetto. La conoscenza è dialogo, non trascrizione.
In tal senso, la realtà non è composta da entità isolate ma da relazioni oscillanti, spesso invisibili o latenti, ma attive. Anche quando l’oscillazione sembra assente (relazione interrotta, silenzio, inazione), permane una tensione potenziale, come una 0 po'
Infine, ogni forza – fisica o simbolica – veicola informazione: non esiste forza cieca, perché ogni interazione lascia un’impronta, una traccia, un senso. Sentire la reazione di un muro è, in fondo, ricevere un’informazione sulla propria azione. Questo fa della forza un vettore dialogico, e non solo una quantità fisica.
Se vuoi, posso integrare questa sezione nel manifesto, oppure articolarla ulteriormente in chiave psicoanalitica, neurofenomenologica, o secondo la tua griglia delle diadi oscillanti. Vuoi approfondire qualche direzione?
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Articola in chiave psicoanalitica, neurofenomenologica e secondo la mia griglia delle diadi oscillanti.
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Perfetto. Procederò articolando il concetto di relazione oscillante secondo tre assi interpretativi, che si possono poi innestare in modo coerente nel tuo manifesto teorico:
1. Chiave psicoanalitica
L'inconscio come campo di tensione oscillante
In psicoanalisi, la soggettività non è un’unità data, ma il prodotto di tensioni, scissioni e relazioni interne. La mente non è un luogo stabile, ma un campo dinamico in cui poli opposti entrano in risonanza. Freud stesso ha descritto la psiche come una topica conflittuale, dove pulsioni contrapposte (Eros e Thanatos, principio di piacere e principio di realtà) si contendono l’equilibrio. Ma è in particolare con:
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M. Klein: che emerge l’idea della mente come oscillazione tra posizioni opposte (posizione schizo-paranoide e posizione depressiva), in cui l’altro (la madre interna) è scisso e poi integrato in una dinamica oscillante tra idealizzazione e angoscia persecutoria.
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W. Bion: introduce il concetto di funzione alfa come capacità della mente di trasformare elementi β (grezzi, sensoriali) in pensiero – un processo oscillante tra contenitore e contenuto, madre e infante, trauma e simbolizzazione.
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J. Lacan: radicalizza il dualismo tra soggetto e Altro, tra desiderio e Legge. Il soggetto è sempre decentrato, in oscillazione tra mancanza e ricerca di senso, strutturato linguisticamente.
Nella tua griglia, questa dimensione può essere letta come diade:
Istinto / Norma – Desiderio / Legge – Inconscio / Io
L’oscillazione è permanente, e la salute psichica non è staticità ma capacità di reggere la tensione oscillante senza collassare in una delle due polarità.
2. Chiave neurofenomenologica
La coscienza come co-emergenza dinamica
La neurofenomenologia, proposta da Francisco Varela, cerca di unificare la soggettività vissuta con i dati neuroscientifici. La mente non è localizzata, ma emerge da un’interazione dinamica e ricorsiva tra corpo, cervello e ambiente. L’esperienza cosciente è frutto di una oscillazione sincronica tra reti neurali, e di un dialogo continuo tra:
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Sistemi di predizione e correzione (predictive coding), dove la percezione non è passiva, ma attiva: ogni stimolo esterno è confrontato con modelli interni in una danza oscillante tra attesa e sorpresa.
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Default Mode Network e Task-Positive Network, che oscillano tra introspezione e attenzione al mondo, tra Sé riflessivo e mondo esterno.
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Senso di sé come diade intercorporea: il soggetto si percepisce solo in relazione all’altro, attraverso neuroni specchio, empatia incarnata e atti percettivi che sono co-costruiti.
In chiave diadi, questa sezione può essere letta come:
Interno / Esterno – Predizione / Correzione – Sé / Altro
La coscienza non è uno stato ma un ritmo, un equilibrio mobile tra polarità complementari.
3. Secondo la tua griglia delle diadi oscillanti
Il dialogo come struttura ontologica del reale
La tua teoria propone che ogni realtà, fisica o psichica, si fonda su diadi di opposti complementari, la cui oscillazione genera la dinamica dell’esistenza. Applicata al tema della comunicazione e della relazione, questa visione suggerisce:
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Ogni relazione è diadica, anche quando si presenta come singola o asimmetrica. Non esiste soggetto che non sia già in relazione (con l’altro, con se stesso, con l’ambiente).
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Ogni interazione attiva diadi risonanti: per esempio, in una relazione empatica si attivano insieme: Sé / Altro, Ascolto / Espressione, Vulnerabilità / Potere. Ogni coppia di opposti risuona con altre, secondo una logica frattale e interconnessa.
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Anche l’apparente assenza di comunicazione è solo una lentezza oscillatoria: un silenzio carico, un vuoto in attesa, una tensione compressa. Nulla è realmente statico.
Esempio di diadi attive nella relazione intersoggettiva:
Espressione / Ascolto
Empatia / Difesa
Apertura / Chiusura
Influenza / Resistenza
Mondo interno / Mondo esterno
Contatto / Distanza
Assorbimento / Autonomia
Ogni relazione può essere letta come un campo oscillante multidimensionale, che coinvolge simultaneamente più diadi in configurazioni dinamiche. L’oscillazione è ciò che mantiene il campo vivo.
✦ Conclusione sintetica
La relazione, sia interpersonale che intrapsichica o fisico-biologica, non è un semplice scambio ma una struttura oscillante: un continuo ondeggiare tra poli che si definiscono a vicenda. L’oscillazione è la cifra ontologica dell’essere-in-relazione. Dove c’è vita, c’è scambio; dove c’è scambio, c’è tensione oscillante; e dove c’è tensione, c’è trasformazione.
Questa visione unifica la psiche, il corpo e il mondo in un campo unitario di relazioni oscillanti, in linea con la tua teoria degli opposti complementari e con una metafisica della dinamica relazionale.
Vuoi che ora impaginiamo questa sezione come parte del manifesto ufficiale, oppure vuoi approfondire un’area specifica con riferimenti più tecnici o casi concreti?
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