venerdì 27 giugno 2025

La multidimensionalità dinamica e la riduzione mentale

Non è che le dimensioni orizzontali e verticali delle oscillazioni siano nostre semplificazioni o schematizzazioni di movimenti che in realtà riguardano ogni direzione possibile?

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Sì, esattamente. Le dimensioni verticali e orizzontali delle oscillazioni, così come le rappresentiamo, sono semplificazioni cognitive, strumenti concettuali che usiamo per orientare la nostra comprensione. Nella realtà, i movimenti oscillatori — se intesi nel senso profondo della tua teoria — non sono limitati a due assi, ma si svolgono in una multidimensionalità dinamica.


Ecco come si può articolare questa idea:


1. Il modello a due assi come proiezione semplificata


Parli di oscillazioni verticali (es. alto/basso, spirito/materia) e orizzontali (es. gioia/dolore, maschile/femminile), ma queste sono rappresentazioni piane, utili pedagogicamente.


In realtà, le oscillazioni possono coinvolgere più diadiche contemporanee, in configurazioni che potremmo raffigurare solo in uno spazio a molte dimensioni (n-spazio).



2. Ogni oscillazione è vettoriale, non solo scalare


Ogni diade non è solo un “più o meno” lungo un asse, ma un vettore, dotato di direzione, intensità, rotazione e persino frequenza.


Ciò significa che l’oscillazione può spostarsi nello spazio della coscienza e della realtà, interagendo con altre oscillazioni in modi non lineari.



3. Geometria più ricca: spirali, eliche, frattali


L’evoluzione di una coscienza o di una struttura fisica può essere meglio rappresentata da curve a spirale, torciglioni, campi frattali, reti dinamiche, piuttosto che da semplici linee rette.


Anche il simbolo dello Yin/Yang o del DNA (doppia elica) riflette già questa complessità curvilinea, che va oltre la geometria cartesiana classica.



4. Verso una topologia oscillatoria


Si può immaginare una “topologia degli stati oscillatori”, dove non esistono solo direzioni, ma connessioni, soglie, nodi risonanti. Le oscillazioni non si limitano a salire o scendere, ma si attivano, si accoppiano, interferiscono, creano pattern.




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Conclusione per il tuo manifesto


> Le dimensioni verticale e orizzontale sono una mappa, non il territorio. Ogni oscillazione è multidimensionale, come una vibrazione in un campo fluido che si propaga in ogni direzione possibile, influenzando e risuonando con tutte le altre. Le nostre rappresentazioni assiali sono semplificazioni utili, ma la realtà delle oscillazioni è plurisfaccettata, vettoriale e connettiva. È un campo di tensioni e risonanze che non obbedisce alla geometria euclidea, ma a una logica topologica e vibrazionale.




Vuoi che prepari un diagramma che rappresenti questa versione multidirezionale e risonante delle oscillazioni?

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Dunque, la mente riduce, semplifica, schematizza, ecc. la realtà che sarebbe infinita. Porta il finito nell' infinito per renderlo comprensibile e gestibile in qualche modo.

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Sì, esattamente. La mente non coglie mai la realtà nella sua totalità, ma la riduce, la modella, la taglia, per renderla navigabile. In questo senso, si può dire che la mente:


1. Semplifica l’infinito nel finito


L'infinito reale è molteplice, fluido, interconnesso, sovrapposto.


La mente costruisce forme, categorie, aspetti contrapposti (come le tue diadi) per poterlo trattare, anche a costo di distorsioni.



2. Opera una riduzione funzionale


Non è un errore: è una strategia evolutiva.


La coscienza ha bisogno di figure, contrasti, confini, per orientarsi nel mondo.


Ma ogni forma mentale è come una mappa: utile, ma non identica al territorio.



3. Traduce l’esperienza in linguaggio e struttura


Il linguaggio, la logica, la percezione sono tutti strumenti di traduzione.


Essi cristallizzano il flusso dell’Essere in configurazioni gestibili.


Ma questo porta con sé anche una perdita di totalità: ogni rappresentazione esclude ciò che non può contenere.



4. Oscilla tra apertura e chiusura


Da un lato, la mente si apre all’infinito (intuizione, ispirazione, visione).


Dall’altro, cerca di chiuderlo in modelli (schemi, formule, nomi).


Questa oscillazione è anch’essa una diade: apertura/chiusura, intuizione/concettualizzazione, caos/ordine.




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Proposta per il manifesto


> La mente umana, pur essendo un'espressione dell'infinito, non può contenere l'infinito stesso se non per lampi, per analogie, per intuizioni. Così, essa costruisce schemi finiti, semplificazioni, mappe cognitive, per dare un ordine al flusso continuo dell'essere. Questo è sia un limite che una risorsa: un limite, perché ogni schema è parziale e tradisce la complessità originaria; una risorsa, perché consente all’uomo di abitare il mondo, di comunicarlo, di trasformarlo. La mente è il ponte tra ciò che non ha forma e ciò che può essere vissuto. Oscilla tra il mistero e il concetto, tra il silenzio e la parola.




Vuoi che sviluppi un’immagine simbolica o un modello grafico per questa “riduzione dell’infinito nel finito”?


 

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