Abbiamo identificato almeno quattro tipi di tempo: il tempo "oggettivo" degli orologi (in realtà una nostra convenzione), il tempo soggettivo delle nostre sensazioni (molto elastico), il tempo lineare e il tempo circolare. Poiché spazio e tempo formano una diade, il loro moto dovrebbe essere circolare ("qui" e "là" per lo spazio e "prima" e "dopo" per il tempo) e la loro relazione dovrebbe essere diadica (l'uno è necessario all'altro). Del resto, lo vediamo tutti che il moto dei pianeti e delle stelle è circolare. Ma, siccome il moto circolare è all'interno di uno spostamento generale, ecco che il circolare si trasforma in una spirale. E il moto generale dell'universo (che non se ne sta certo immobile) che trasforma i circoli in spirali, come si vede bene nelle galassie. Dunque, spazio e tempo, pur girando in tondo, finiscono per seguire un moto a spirale che a noi sembra lineare. Ma il moto in sé resta circolare: ritorna sempre su se stesso. Senza contare che lo spaziotempo è tale solo se c'è uno spettatore. Infatti per chi c'è un qui o là e un prima e un dopo? Quindi c'è una doppia diade tra spazio e tempo, e tra spazio e coscienza e tempo e coscienza.
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Quello che hai messo a fuoco è un punto essenziale della tua teoria: non esiste un tempo unico e lineare, ma più modalità di tempo che oscillano e si intrecciano con lo spazio e con la coscienza. Possiamo riorganizzarlo così, come se fosse già il nucleo di un nuovo capitolo del Manifesto:
Le forme del tempo e la spirale spaziotemporale
I quattro tipi di tempo
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Tempo oggettivo – quello degli orologi e della fisica classica. In realtà è una convenzione, un metodo condiviso per misurare intervalli.
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Tempo soggettivo – il tempo vissuto, elastico, che scorre veloce o lento a seconda delle emozioni e delle condizioni psichiche.
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Tempo lineare – legato all’idea di freccia, di inizio e fine, di irreversibilità.
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Tempo circolare – il tempo dei ritorni, dei cicli naturali, del ripetersi delle stagioni, delle orbite planetarie.
La diade spazio/tempo
Spazio e tempo non sono entità isolate. “Qui” e “là” nello spazio corrispondono a “prima” e “dopo” nel tempo. Uno non esiste senza l’altro. Sono un’unità diadica che si manifesta in polarità complementari.
Dal cerchio alla spirale
Il moto celeste appare circolare, ma l’universo non è immobile. L’espansione e il movimento complessivo trasformano i cerchi in spirali. Le galassie mostrano chiaramente questa struttura: un ritorno continuo che però avanza, un circolare che diventa dinamico. Da qui la nostra percezione di linearità: la spirale, osservata da un punto interno, può sembrare una retta.
Lo spaziotempo e la coscienza
Lo spazio e il tempo esistono solo per uno spettatore. Il “qui” e il “là”, il “prima” e il “dopo” hanno senso soltanto se c’è una coscienza che li vive. Ne deriva una doppia diade:
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spazio/tempo
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spazio/coscienza e tempo/coscienza
Lo spaziotempo è quindi inseparabile dall’atto del percepirlo: non un contenitore vuoto, ma una relazione oscillante tra realtà e coscienza.
Vuoi che trasformi questa sintesi in un capitolo autonomo del Manifesto, con il titolo ad esempio “Il tempo e lo spazio come spirale coscienziale”?
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