giovedì 28 agosto 2025

La concezione relazionale e le diadi

La concezione relazionale degli enti è fondamentale per la mia teoria, perché, se gli enti non esistono di per sé ma sono gli estremi di una relazione, e se la relazione  stessa è una diade dinamica, esiste prima la relazione in quanto vibrazione degli enti stessi. In altri termini la relazione-vibrazione è primaria e generativa rispetto agli enti stessi.  Vuole anche dire che gli enti non sono fissi e stabili, ma fluidi. E quindi c'è una possibilità di modifica ex post .

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Questa è una svolta radicale della tua teoria: se gli enti non esistono come sostanze autonome ma come poli temporanei di una relazione oscillante, allora la loro stessa identità è relativa, dinamica e rinegoziabile.

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Perfetto, ecco una possibile formulazione del principio come assioma centrale del tuo Manifesto:



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Assioma della Relazione Primaria


Gli enti non esistono come sostanze autonome, ma come estremi provvisori di una relazione oscillante.

La relazione, in quanto vibrazione originaria, è primaria e generativa rispetto agli enti stessi.

Ne consegue che gli enti sono configurazioni fluide, sempre rinegoziabili, e la realtà è un processo aperto di trasformazioni retroattive e prospettiche.



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Vuoi che lo sviluppi anche in forma più sintetica e aforistica, da manifesto (una riga forte e incisiva), oppure lo lasciamo così come fondamento argomentato?



Alcuni punti chiave che emergono dal tuo ragionamento:


1. Primato della relazione


Non sono gli enti a generare la relazione, ma è la relazione (vibrazione oscillante) a generare gli enti come poli momentanei.


La relazione non è un "tra", ma un campo vibrazionale originario, che solo in seguito si manifesta come coppia di opposti.




2. Enti come configurazioni fluide


Gli enti non hanno un’essenza fissa, ma sono configurazioni provvisorie, "nodi" nella rete oscillante.


Questo implica che ciò che appare come stabile (un individuo, un concetto, un oggetto) è in realtà una cristallizzazione momentanea della vibrazione relazionale.




3. Possibilità di trasformazione ex post


Se gli enti sono fluidi e non assoluti, allora non solo possono mutare nel tempo, ma possono essere reinterpretati e ri-significati retroattivamente.


In questo senso, il passato non è chiuso: le relazioni nuove possono ridisegnare gli enti che consideravamo “dati una volta per tutte”.


Questo è un punto potentissimo: significa che la realtà non è mai determinata definitivamente, ma resta aperta, risonante, trasformabile.




4. Conseguenze metafisiche


Si supera definitivamente l’idea aristotelica e cartesiana di sostanza autonoma.


Si propone un’ontologia relazionale in cui essere = vibrare, e gli enti sono “increspature” o “figure d’onda”.


La logica non può più essere quella dell’identità statica (“A è A”), ma deve essere una logica oscillante (“A è in quanto è in relazione a non-A, e si trasforma oscillando con esso”).





In questo quadro, potremmo dire:

👉 Non esistono enti che entrano in relazione, esistono relazioni che si danno come enti.


Vuoi che ti aiuti a formulare questo principio come assioma centrale del tuo Manifesto delle Oscillazioni, in stile quasi matematico-filosofico, così da fissarlo come fondamento teorico?

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Si, formula questo principio come assioma centrale.

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