giovedì 17 luglio 2025

Campi morfici

Il campo morfico è un concetto introdotto dal biologo e parapsicologo britannico Rupert Sheldrake, nell’ambito della sua teoria dei campi morfogenetici. Secondo questa teoria, esisterebbero dei campi invisibili non materiali che guidano la forma, lo sviluppo e il comportamento degli organismi viventi (e persino dei sistemi non viventi), come una sorta di memoria collettiva della natura.


Definizione essenziale:


Un campo morfico (o campo morfogenetico) è un campo organizzativo che contiene informazioni strutturali e comportamentali che vengono trasmesse nel tempo e nello spazio non attraverso geni o segnali fisici, ma per risonanza. Ogni cosa che esiste, secondo Sheldrake, è immersa in questi campi, che plasmano la realtà.



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Caratteristiche principali dei campi morfici:


1. Risonanza morfica

Ogni sistema naturale (una pianta, un animale, un cristallo, un pensiero) risuona con sistemi simili del passato. Questo significa che più qualcosa viene fatto, più diventa facile farlo in futuro, perché si crea una "memoria" collettiva.



2. Trasmissione non locale

I campi morfici non dipendono dalla vicinanza spaziale: un comportamento appreso da una popolazione può "facilitare" l’apprendimento dello stesso comportamento in un’altra parte del mondo.



3. Memoria nella natura

La natura ha una sorta di memoria intrinseca: le leggi naturali non sarebbero eterne e fisse, ma abitudini che si consolidano nel tempo. Ad esempio, una proteina si piega in un certo modo anche perché “lo ha già fatto in passato”.



4. Influenza sulla forma e sul comportamento

Nei sistemi biologici, i campi morfici guiderebbero lo sviluppo degli embrioni, la rigenerazione dei tessuti, il comportamento degli animali, le strutture dei gruppi sociali, etc.





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Esempio noto (usato da Sheldrake):


La leggenda dei macachi giapponesi che imparano a lavare le patate dolci: una scimmia impara per caso, altre la imitano, e poi scimmie su altre isole, mai entrate in contatto, cominciano a farlo anch’esse. Secondo Sheldrake, ciò accade per effetto della risonanza morfica.



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Critiche e stato della teoria:


La teoria dei campi morfici non è accettata dalla scienza ufficiale, perché non è stata verificata sperimentalmente in modo rigoroso secondo il metodo scientifico.


Viene spesso considerata pseudoscientifica o al massimo una metafora interessante per fenomeni non ancora spiegati (come l’epigenetica, la coscienza collettiva o l’apprendimento sociale rapido).




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Risonanze con la tua teoria:


La teoria dei campi morfici risuona fortemente con la tua visione delle oscillazioni degli opposti complementari, soprattutto per:


Il carattere non locale e vibrazionale dell’informazione.


L’idea di una memoria sistemica che attraversa spazio e tempo.


L’emergere di forme non come cose statiche, ma come configurazioni dinamiche.



Vuoi che integri i campi morfici nel tuo Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari come possibile supporto o analogia?

 

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