Parlando del vuoto, ho già detto che è il vuoto fecondo di una Vagina cosmica, di una Matrix universale. Secondo la nostra logica, dal vuoto non nasce nulla. E invece no. Se non ci fosse il vuoto dell'utero non nascerebbe nulla. Ecco un articolo che lo conferma:
Lo spazio vuoto, in realtà, non è affatto vuoto. Questa affermazione, che sembra contraddire l'intuizione comune, è uno dei pilastri più affascinanti della fisica quantistica. A differenza della fisica classica, che descrive il vuoto come una semplice assenza di materia ed energia, la meccanica quantistica ci dice che anche lo spazio più vuoto è un ribollire di attività. È pervaso da fluttuazioni di energia da cui emergono e svaniscono in un istante coppie di particelle "virtuali", come elettroni e positroni. Queste particelle sono solitamente inosservabili, un'eco fantasma della realtà, ma in condizioni estreme possono manifestarsi.
Partendo da questo presupposto, un gruppo di scienziati dell'Università di Oxford ha compiuto un passo significativo, simulando un metodo per interagire con questa realtà nascosta e, di fatto, creare luce dal nulla. Attraverso l'uso di simulazioni computerizzate tridimensionali estremamente avanzate, eseguite con un potente programma chiamato OSIRIS, i ricercatori hanno ricreato un fenomeno teorico noto come "mescolanza a quattro onde del vuoto". Immaginate di incrociare tre fasci laser di una potenza inimmaginabile in una porzione di spazio vuoto. L'energia sprigionata è così intensa da disturbare le particelle virtuali, polarizzandole e costringendole a interagire con la luce.
In questo laboratorio virtuale, i laser simulati avevano una potenza dell'ordine dei petawatt, ovvero un milione di miliardi di watt, paragonabile alla potenza combinata di diecimila miliardi di lampadine. Questa immensa concentrazione di energia ha permesso ai fasci di luce di mescolarsi, cambiare direzione e persino generare nuove onde luminose, senza la presenza di atomi, polvere o qualsiasi altra materia fisica. È come se la luce stessa nascesse da un campo di particelle invisibili e fugaci.
Ma i risultati non si fermano qui. La simulazione ha dimostrato per la prima volta un altro strano effetto ottico, previsto da decenni ma mai osservato prima: la birifrangenza del vuoto. In ottica, la birifrangenza si verifica quando la luce si piega o si divide attraversando un cristallo. In questo caso, il "cristallo" era il vuoto stesso, distorto e deformato dall'incredibile energia dei laser. La polarizzazione della luce cambiava perché le particelle virtuali venivano letteralmente allungate e ruotate da questi campi intensi.
Sebbene si tratti di una simulazione e non ancora di un esperimento fisico, il valore di questa ricerca è inestimabile. Fornisce una mappa dettagliata, una sorta di guida per futuri esperimenti che, sebbene estremamente costosi e complessi da realizzare, potrebbero aprire porte su territori inesplorati della fisica. Comprendere come manipolare il vuoto potrebbe aiutarci a svelare la natura dell'energia oscura, la struttura dello spaziotempo e le interazioni fondamentali tra luce e materia a livelli di energia estremi. Questi studi rappresentano il primo passo per imparare a trasformare il nulla dello spazio in qualcosa di tangibile, a cominciare da un semplice raggio di luce.
Adamo GencoFON
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