Pochi si rendono conto che la luce non esiste in sé, ma che è una radiazione elettromagnetica che i nostri occhi e il nostro cervello interpretano come luce.
In sé, essa non ha "colore" o "luminosità" come li percepiamo. Sono i nostri occhi e cervello che interpretano certe lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico come luce visibile.
Ecco una spiegazione più dettagliata:
Fisicamente, la luce è composta da fotoni, che si comportano sia come particelle sia come onde (dualismo onda-particella). Queste onde hanno una certa lunghezza d’onda e frequenza.
Il nostro occhio umano è sensibile a una piccola porzione di queste onde: le lunghezze d’onda comprese tra circa 400 e 700 nanometri, che chiamiamo spettro visibile.
Quando la luce colpisce la retina, attiva delle cellule specializzate (coni e bastoncelli), che inviano segnali al cervello.
Il cervello interpreta questi segnali come colori, intensità luminosa e immagini. In questo senso, ciò che noi chiamiamo "luce" è una costruzione percettiva basata su uno stimolo fisico.
In conclusione: la luce come "esperienza visiva" non esiste in sé nella realtà esterna, ma è una nostra interpretazione sensoriale di una radiazione elettromagnetica.
Questo vuol dire che la nostra mente è una grande interprete della realtà. Anzi, costruisce una "realtà" che non esiste in sé.
Tutto è ricostruito dalla nostra mente. Non ti porre la domanda come sarebbe la realtà in sé stessa. Sarebbe uno scheletro. Quello che vediamo, la bellezza del mondo, è nella nostra testa. Proprio come una bella donna che, ridotta nella sua essenza, sarebbe uno scheletro.
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