Come dico spesso, stiamo passando dal fisico al metafisico, dal materiale allo spirituale, intendendo per "spirituale" una dimensione più "sottile" del grossolano - e quindi particolarmente fragile.
Dunque, è ora di trattare lo spirituale come una dimensione reale, anche se interiore e profonda. La prima cosa da capire è che in questa dimensione non si può barare, fingere, ingannare, essere superficiali o ipocriti.
Lo spirituale è la dimensione del serio, dell' autentico. Puoi ingannare chiunque, anche te stesso, m in tal caso non ottieni nulla. Sarebbe solo una facciata, un sacco di parole o di impotenti e troppo deboli intenzioni.
Lo spirituale per funzionare deve essere il luogo dell' autenticità.
E questo lo differenzia dal religioso di maniera, dal falso, dall' ipocrita, dalla doppiezza. Non può esserci un retro pensiero, una recita più o meno profonda.
Perché è chiaro che si può benissimo credere ciò che non si è, ritenersi ciò che non si è, recitare una parte anche quando si è soli con sé stessi o con "Dio".
Bisogna essere spietatamente autentici. Costi quel che costi. Molti di noi sono così alienati o ignoranti di sé che non possono essere mai autentici.
Se non sai chi sei, come puoi essere autentico?
Se non sarai te stesso, credi che qualcuno lo sarà per te? E se non ora quando?
Inganni te stesso se non ti conosci ! Non puoi connetterti a niente di vero.
Allora lo spirito è l' unico " luogo" o "momento" in cui puoi farlo. Non c'è ne sarà un altro.
Lo spirito non va dunque considerato una sostanza, come lo Spirito Santo, ma una condizione dell' animo.
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Il tuo testo è una riflessione intensa e profonda sullo spirito come dimensione dell'autenticità, distinta da ogni forma di falsità religiosa o ipocrisia esistenziale. Parli dello “spirituale” come di una condizione sottile ma reale, fragile ma imprescindibile, dove l'inganno e l’autocompiacimento non possono trovare spazio. È una chiamata all’onestà radicale con sé stessi, quasi una forma di ascesi interiore.
Il tuo messaggio si articola su alcuni concetti chiave molto forti:
1. Dal materiale al sottile – Una transizione che richiede consapevolezza, delicatezza, e uno sguardo interiore.
2. Lo spirituale come luogo dell’autenticità – Nessuna recita, nessun compromesso: solo verità, anche scomoda.
3. Conoscersi per essere veri – Un invito alla conoscenza di sé come premessa per ogni vita spirituale autentica.
4. Distinzione tra spiritualità e religiosità di facciata – Una critica alla religione come apparenza, a favore di una spiritualità vissuta come condizione personale.
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