Ormai è tempo di riconsiderare il concetto di uomo. Non più l' essere isolato creato da un Dio, ma l' incarnazione della relazione, temporalità e coscienza.
Mi sembra evidente che l' uomo nasce da una relazione e vive per relazionarsi. L' essere umano non va considerato né maschile né femminile, ma l' unione tra i due temporaneamente disgiunti. In tal senso aveva ragione Platone a considerare l' uomo originale un essere sferico che univa due sessi.
I due sessi, l' uno la controparte dell' altro, sono fatti per riunirsi fisicamente e mentalmente, perdendo almeno per poco la loro separazione. L' orgasmo o l' estasi sono il segno distintivo di questa unione: la perdita del sé separato. L' uomo per qualche istante perde la dolorosa sensazione di essere un io. E ridiventa l' unione tra i due principi, Yang e Yin. Scocca l' estasi.
La separazione è sofferenza e la riunione è piacere. Il processo di individuazione è inevitabilmente dolore. La natura parla chiaro. E tuttavia la separazione è necessaria, così come la riunificazione.
L' elemento oscillante, il pendolo della natura. La relazione dinamica tra gli opposti complementari. Incessante.
Anche l' oscillazione tra vita e morte è necessaria. Non può esserci stasi di nessun stato. Tutto deve oscillare. Tutto deve intrecciarsi. Perché tutto è relazione.
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