Questioni di equilibro
Mi
vengono in mente gli elementi radioattivi (uranio, torio, polonio, radio, cesio
e plutonio) che emanano vere e proprie radiazioni e che hanno una particolare
interazione con il mondo circostante. Gli elementi sono radioattivi quando i loro nuclei
hanno un eccesso di protoni o neutroni, il che porta a forze interne
sbilanciate. Questo squilibrio causa instabilità nel nucleo, e l’atomo cerca di
raggiungere uno stato più stabile emettendo radiazioni.
Non so se avete capito bene: la radioattività è una questione
di equilibrio dell’atomo che, a causa delle forze interne sbilanciate,
emette radiazioni, liberandosi dell’eccesso.
Questo significa che, per legge di natura, perfino
gli atomi devono trovare un loro equilibrio interno. Figuratevi gli altri
sistemi complessi, come gli esseri viventi, che devono obbedire allo stesso
principio. Se sono internamente squilibrati, devono emettere qualcosa per
ritrovare il loro equilibrio, sotto forma di rabbia, di odio o di amore.
Non si sfugge a questa regola, che vale per tutte le
forze contrapposte. La loro lotta, che sprigiona e richiede energia, è in
realtà rivolta a ottenere un ipotetico punto di equilibrio o di via di mezzo in
cui i due poli siano controbilanciati.
I fattori che influenzano la radioattività possono essere
i più vari:
Il numero di
Protoni: Gli elementi con un numero
atomico maggiore di 83 hanno tutti isotopi radioattivi. La forza di repulsione
tra i protoni rende i nuclei instabili.
Il bilanciamento
tra Protoni e Neutroni: Un nucleo
stabile ha un buon bilanciamento tra protoni e neutroni. Se questo
bilanciamento è disturbato, l’elemento può diventare radioattivo.
Le forze Nucleari: Le forze nucleari forti tengono insieme protoni e
neutroni. Se queste forze non sono sufficienti a compensare la repulsione
elettrica tra i protoni, il nucleo può diventare instabile e radioattivo.
Gli elementi più
pesanti, come l’uranio, hanno nuclei
con molti nucleoni (protoni e neutroni) e quindi una minore probabilità di
raggiungere una condizione di stabilità; questi nuclei tendono a emettere
particelle radioattive per conseguire una condizione più stabile.
Inoltre, la
radioattività può essere indotta artificialmente in nuclei stabili tramite
reazioni nucleari, come l’urto di una particella con un atomo, che cambia la
natura dell’atomo colpito rendendolo radioattivo.
Comunque, si tratta sempre di squilibri che devono
essere risanati. La natura tende sempre all’equilibrio. E per questo si agita
sempre. E per questo è squilibrata. E per questo è dinamica. Si muove perché
deve ristabilire l’equilibrio. Ma, senza lo squilibrio, niente si muoverebbe per
ristabilire l’equilibrio.
Dunque, l’equilibrio e lo squilibrio sono polarità
necessarie, l’una essenziale all’altra, l’uno il contrario dell’altra.
Pensiamo
ora a un’altra polarità: quella di “positivo/negativo” e al numero di significati
che le abbiamo attribuito. Si può dire
che non esista campo dello scibile in cui non si usi il binomio positivo/negativo.
Dalla fisica alla psicologia, tutto può essere definito positivo o negativo. Ma
certo l’origine di queste due parole non è quella scientifica. Al contrario, è
la scienza che prende in prestito parole di senso comune per indicare fenomeni
fisici. Ma quale origine hanno?
Le parole “positivo” e “negativo” hanno origini
interessanti che risalgono al latino:
Positivo: Deriva dal latino “positivus”, che a sua volta
proviene da “positum”, il participio passato di “ponere”. Il verbo “ponere”
significa “porre” o “mettere”, e in questo contesto, indica qualcosa su cui si
può costruire o fabbricare.
Negativo: Ha un’etimologia meno certa, ma si ritiene che
derivi dal latino “negare”, che significa “dire di no” o “dare sentenza”.
Questo termine è spesso associato all’idea di rifiuto o assenza di qualcosa.
Queste parole sono
diventate parte integrante del nostro linguaggio quotidiano, assumendo
significati sia letterali che figurati in vari contesti.
Comunque il discorso che si può fare su loro è
quello che si fa per tutti i termini opposti. L’uno non può esistere senza l’altro,
l’uno è necessario all’altro, l’uno cerca di compensare l’altro essendo
complementare all’altro.
E qui ritorniamo alla storia della radioattività.
Se in un nucleo unitario, esistono due forze
contrapposte, queste lottano l’una contro l’altra per avere il sopravvento. E
possono averlo temporaneamente, ma scatenando la reazione contraria, che
riporterà l’equilibrio. E così via. Alternandosi, come due pugili instancabili
che non possono però mai vincere sull’altro.
È sempre una questione di equilibrio, in natura.
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